Influenza, per migliorare i vaccini dovremmo smettere di produrli dalle uova

La campagna vaccinale contro l’influenza è iniziata. E come sempre c’è tempo fino a fine dicembre per approfittare della finestra ottimale, il periodo in cui il vaccino consente la massima protezione contro i virus di quest’anno. Una scelta importante per le persone più a rischio, visto che in Europa la malattia provoca in media 40mila decessi prematuri ogni anno, concentrati prevalentemente tra over 65 e malati cronici. A dire la verità, però, negli ultimi tempi il vaccino antinfluenzale sembra entrato in affanno: lo scorso anno per esempio l’efficacia nei confronti del ceppo influenzale più diffuso, l’H3N2, non superava il 43%. Le cause possono essere molte, e anche il caso, quando si parla di un virus che muta con estrema facilità, gioca un ruolo importante. Due ricerche pubblicate nelle scorse settimane puntano però il dito su un nuovo, possibile, problema: le uova di gallina utilizzate per produrre i vaccini, un ambiente di coltura imperfetto che potrebbe comprometterne la capacità di immunizzare l’organismo.

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