Un serpente galattico spiega come nascono le stelle nello spazio profondo

This NASA/ESA Hubble Space Telescope image reveals the Cosmic Snake, a distant galaxy peppered with clumpy regions of intense star formation that appear warped by the effect of gravitational lensing. This giant arc-like galaxy is actually behind the huge galaxy cluster MACSJ1206.2-0847, but thanks to the cluster’s gravity, we can see it from Earth. Light from the distant, high-redshift galaxy arrives at Earth, having been distorted by the gigantic gravitational influence of the intervening cluster. Fascinatingly, instead of making it more difficult to perceive cosmological objects, such strong lensing effects improve the resolution and depth of an image by magnifying the background object. Sometimes gravitational lensing can even produce multiple images of the object as light is bent in different directions around the foreground cluster. Using Hubble, astronomers recently looked at several such images of the Cosmic Snake, each with a different level of magnification. Using this technique, the galaxy and its features could be studied on different scales. The highest-resolution images revealed that giant clumps in high-redshift galaxies are made up of a complex substructure of smaller clumps, which contributes to our understanding of star formation in distant galaxies. Link: Galaxy cluster MACSJ1206 Science paper by Cava et al.
Credit: ESA/Hubble, NASA, A.Cava

Una galassia lontana lontana che sembra avere la forma di un serpente, una lente gravitazionale e un telescopio spaziale. Con questi ingredienti la Nasa, attraverso il telescopio spaziale Hubble, è riuscita a fotografare e studiare una remota regione dello Spazio in cui moltissimo tempo fa si stava formando un numero enorme di stelle. La nursery spaziale si trova a sei miliardi di anni luce da noi, alle spalle del cluster di galassie denominato MACSJ1206.2-0847, ed ha permesso agli scienziati dell’Università di Ginevra di risolvere un mistero spaziale. L’esito dell’indagine è stato pubblicato di recente su Nature Astronomy.

In quella remotissima zona dello Spazio, infatti, sei miliardi di anni fa si stavano formando stelle all’interno di agglomerati gassosi che sembravano essere circa 1000 volte più massicci rispetto a quelli che abbiamo osservato nello Spazio più vicino alla Terra, contraddicendo le leggi fisiche relative alla formazione delle stelle che prendiamo per assodate.

In aiuto degli scienziati è arrivato l’effetto di lente gravitazionale che Einstein aveva previsto all’interno della relatività generale. In questa specifica fotografia quello che sembrava essere un enorme serpente era in realtà formato dalla sovrapposizione di più immagini della stessa galassia affiancate e ingrandite proprio dell’effetto della lente gravitazionale. Il cluster MACSJ1206.2-0847 ha fatto un lavoro di ingrandimento talmente buono che ha permesso di osservare nel dettaglio la lontana galassia. In questo modo la stima della massa dei nuclei di formazione delle stelle è stata ridimensionata da 1000 a “solo” 10 volte quella osservata nel più vicino universo. La differenza non è comunque piccola e resta ancora poco compresa. Questa osservazione, tuttavia, aggiunge un tassello alla descrizione della meccanica della formazione stellare nello Spazio remoto.

Riferimenti: Nature Astronomy

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