Vita extraterrestre, sono due gli esopianeti di Trappist-1 più interessanti

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(Foto: Nasa/Jpl-Caltech)
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(Foto: Nasa/Jpl-Caltech)

Vita al di fuori del nostro Sistema solare? Gli esopianeti del sistema di Trappist-1 (la cui scoperta l’anno scorso ha emozionato scienziati e non) non smettono di far parlare di sé e i ricercatori di tutto il globo si sono lanciati in una serie di studi e simulazioni per individuare i migliori candidati abitabili tra i magnifici sette. Ora anche il team di esperti del Planetary Science Institute in Ungheria dice la sua: in base ai calcoli matematici gli esopianeti d ed e sarebbero quelli con tutti gli attributi necessari alla vita come noi la conosciamo: probabile acqua allo stato liquido e una fonte interna di calore.

Sulla base delle (ancora scarse) informazioni disponibili sui sette esopianeti di Trappist-1, Amy Barr e i suoi colleghi hanno sviluppato dei modelli matematici di simulazione dai quali hanno estrapolato diverse conclusioni: secondo i loro calcoli sei su sette potrebbero avere acqua allo stato liquido o solido, uno addirittura potrebbe essere costituito da un unico vasto oceano.

Ma la presenza di acqua non è l’unico criterio che un pianeta Earth-like deve soddisfare per poter essere candidato alla vita extraterrestre. Proseguendo nelle loro analisi, gli esperti hanno quindi modellizzato le orbite dei pianeti per dedurre la loro probabile temperatura superficiale. I ricercatori sostengono che le orbite degli esopianeti attorno alla stella Trappist-1 siano “a forma di uovo”, ellittiche ed eccentriche: le forze di attrazione gravitazionale tra i corpi, dunque, determinerebbero delle deformazioni (allungamenti e compressioni) dell’interno dei pianeti tali da generare calore.

Il fenomeno è una conseguenza delle forze delle maree ed è nell’opinione degli scienziati lo stesso che determina l’intensa attività vulcanica su Io, una delle lune di Giove: la compressione e l’allungamento causano attrito all’interno del mantello dei pianeti e generano dispersione di calore.

Nell’articolo (che verrà pubblicato su Astronomy & Astrophysics) Barr e colleghi concludono che i pianeti b e c sperimentano il “calore delle maree”. Anche d ed e sono interessati, ma l’entità del fenomeno è inferiore e ciò li renderebbe migliori candidati come pianeti abitabili perché, riferisce Barr al Guardian, avrebbero una “temperatura superficiale molto ragionevole”. In particolare l’esopianeta d avrebbe una temperatura attorno ai 15°C (forse anche più bassa ma comunque superiore al punto di fusione del ghiaccio), mentre e sarebbe più freddo con temperature simili a quelle dell’Antartide.

L’eventualità che gli esopianeti di Trappist-1 siano interessati dal calore delle maree è molto promettente per i ricercatori, che però rimarcano il fatto che tutti i modelli debbano trovare conferma nelle future osservazioni. Non resta che attendere i dati che arriveranno da James Webb, il telescopio di ultima generazione della Nasa il cui lancio dovrebbe avvenire entro il 2018.

Via: Wired.it

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