Spazio, dove andremo nel 2018

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(Foto via Pixabay)

L’agenda dell’esplorazione spaziale per il 2018 è fitta di appuntamenti. Senza contare i lanci minori – si fa per dire – dei satelliti che andranno a popolare i dintorni terrestri per scopi dimostrativi, relativi alle comunicazioni, alle osservazioni della terra e i viaggi di andata e ritorno dalla Stazione spaziale, le mire delle principali agenzie spaziali sono ambiziose per l’anno appena cominciato.

E si indirizzano a mete diverse, dalla Luna a Mercurio, al Sole agli asteroidi, a Marte, di nuovo, coinvolgendo attori diversi, dalla Nasa all’agenzia spaziale indiana. Per orientarsi nell’anno a venire, ecco un piccolo memorandum delle missioni che segneranno il 2018 nello Spazio.

Marte, ancora tu
I misteri e l’evoluzione di Marte tengono impegnati i ricercatori da tempo. Nel tentativo di continuare a carpire alcuni dei segreti del Pianeta rosso, la Nasa a maggio rinforza il suo impegno con il lancio di InSight, la missione che mira a piazzare sulla superficie di Marte un lander con il preciso scopo di scavare nel pianeta.

Scavando, letteralmente, nel terreno di Marte, alla missione spetterà il compito di scavare metaforicamente anche nel passato del pianeta, aiutando a capire i meccanismi che hanno contribuito alla nascita dei pianeti rocciosi, Terra inclusa, nel Sistema solare. Alla missione il compito di indagare l’attività sismica del pianeta, il modo in cui risponde alle influenze gravitazionali di altri corpi – come il Sole e le sue lune – e la sua temperatura.

Verso il piccolo Mercurio
Sul fronte dell’esplorazione planetaria, quello appena cominciato sarà anche l’anno del lancio della prima missione europea diretta verso Mercurio, il pianeta più piccolo del Sistema solare e il più vicino al Sole, quella di BepiColombo. Data di partenza, ottobre 2018, arrivo previsto: 2025. Alla missione – frutto della collaborazione tra l’agenzia spaziale europea, Esa, e dell’agenzia spaziale giapponese, Jaxa – il compito di far luce sulle caratteristiche del pianeta, studiando per esempio il suo campo magnetico e la sua tenue atmosfera, sopportando temperature di circa 350°C. Compito che BepiColombo cercherà di portare a termine grazie alle due sonde di cui è composta, la Mercury Planetary Orbiter (Mpo) e la Mercury Magnetospheric Orbiter (Mmo).

Torneremo sulla Luna
Vuole tornarci Trump, ma i progetti che mirano a raggiungere, di nuovo, il nostro satellite sono diversi, senza coinvolgere direttamente lo sbarco degli astronauti. La Luna è mira dell’agenzia spaziale cinese (Chinese National Space Administration, Cnsa), che per la fine del 2018 ha in progetto di spedire sul satellite Chang’e 4, per un atterraggio sulla faccia nascosta della Luna.

Anche la vicina India guarda al satellite, che spera di raggiungere con il primo atterraggio morbido della propria storia spaziale grazie alla missione Chandrayaan-2. In partenza la prossima primavera la missione conterebbe un orbiter, un lander e un rover. Scopo delle missioni quello di indagare la geologia del nostro satellite, di mapparne il contenuto e di analizzare la tenue atmosfera.

Asteroidi arriviamo
I pianeti, la Luna, ma anche qualcosa di più esotico, qualcosa cui siamo meno abituati. Ad agosto dell’anno appena cominciato è previsto infatti l’arrivo della missione OSIRIS-REx sull’asteroide Bennu. Partita nel 2016 l’ambiziosa missione della Nasa non mira solo a raggiungere l’asteroide ma anche a prelevarne un campione e a portarlo a Terra nel 2023. Scopo: studiare meglio questi corpi per il potenziale pericolo che essi rappresentano per il nostro pianeta ma anche per far luce sull’evoluzione dei pianeti e della nascita della vita, spiega la Nasa. A caccia di asteroidi è anche Hayabusa2, missione gemella dell’agenzia spaziale giapponese che dovrebbe raggiungere il suo target, l’asteroide Ryugu, per l’inizio della prossima estate.

Esopianeti e ancora esopianeti
Ne abbiamo scovati diversi, più o meno paragonabili al nostro, ma la caccia è lungi dall’essere terminata. A renderla ancora più interessante sarà l’arrivo di Cheops, la missione dell’Esa il cui lancio è previsto per il 2018. Scopo di Cheops è quello di caratterizzare in dettaglio gli esopianeti in orbita intorno a stelle luminose, indirizzando lo sguardo verso stelle intorno cui sappiamo già che si trovano degli esopianeti.

Per la metà dell’anno la flotta dei cacciatori dei pianeti dovrebbe arricchirsi anche di Tess, la missione della Nasa che darà la caccia a nuovi esopianeti passando in rassegna il cielo con il metodo del transito – quello con cui si riesce a risalire alla presenza di un pianeta monitorando le variazioni di luminosità delle stelle, i soli attorno cui ruotano. Le analisi di Tess riguarderanno circa 200 mila stelle delle stelle più luminose vicino al Sole.

Vicini vicini al Sole
Anno ricco anche per lo studio della nostra stella il 2018. In programma per l’anno il lancio del Solar Orbiter dell’Esa, la sonda che si spingerà fino a raggiungere circa un quarto della distanza che ci separa dal Sole. Alla navicella il compito di studiare da vicino la nostra stella – motivo per cui sarà attrezzata di tutto il necessario per resistere a temperature infernali – cercando di far luce su fenomeni quali il vento, le eruzioni solari e l’atmosfera solare magnetizzata.

Le analisi del Solar orbiter permetteranno di analizzare nel dettaglio la superficie del Sole, svelando le caratteristiche delle sue regioni polari, ricorda anche l’Inaf. La Nasa, da parte sua, rilancia con la Parker Solar Probe, la navicella in partenza questa estate, che promette di spingersi ancora oltre, a circa 6 milioni di km dalla superficie della stella. Il tuffo nella corona solare dovrebbe permettere anche alla sonda della Nasa di far luce sulle caratteristiche del vento solare, permettendo di comprendere e migliorare le previsioni di meteorologia spaziale.

Non solo navicelle
Il 2018 non sarà però solo l’anno di nuove sonde spedite nello Spazio. L’anno appena cominciato conta di arricchire i programmi dell’esplorazione spaziale anche con voli con tanto di equipaggio. E non ci riferiamo a quelli degli astronauti diretti alla Stazione spaziale, tradizionali o meno che siano. Ci riferiamo per esempio ai programmi di Space X che mirava per il 2018 a portare due privati cittadini in tour intorno alla Luna, come annunciava l’azienda di Elon Musk all’inizio dello scorso anno.

Sul fronte del turismo spaziale alcune indiscrezioni davano per il 2018 anche l’arrivo della Virgin Galactic di Richard Branson, anche se le tempistiche non sembrano chiare. Ma la corsa al turismo spaziale dovrà fare i conti anche con la Blue Origin di Jeff Bezos, che sta scaldando i motori.

Via: Wired.it

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