Si può prevedere l’infedeltà? Ecco alcuni “fattori di rischio”

via Pixabay

In un’epoca in cui i tassi di divorzio sono relativamente alti e in cui i social media rendono estremamente facile conoscere nuove persone, per molte persone è importante cercare metodi che possono aiutare a non cadere in tentazione e mantenere relazioni più lunghe ed equilibrate. A questo proposito, un gruppo di scienziati della Florida State University si è posto la seguente domanda: esistono degli indizi o dei comportamenti che ci possono far capire se una persona è propensa o meno a tradire il proprio partner, e che di conseguenza potrebbero essere prevenuti? I ricercatori hanno pubblicato i risultati in uno studio sul Journal of Personality and Social Psychology, in cui hanno mostrato le prime prove della presenza di alcuni specifici processi psicologici che possono essere collegati ad una più bassa probabilità di essere infedeli.

Durante la ricerca, il team ha seguito, per tre anni e mezzo, 233 coppie appena sposate, registrando una serie di dettagli a proposito delle loro relazioni, tra cui il grado di soddisfazione, la dedizione verso l’altro, nonché episodi di infedeltà, separazioni e divorzi. I ricercatori, in particolare, hanno analizzato due processi psicologici che vengono sperimentati, in maniera più o meno marcata, da tutti gli esseri umani, cioè la perdita dell’attenzione (attentional disengagement) e la svalutazione (evaluative devaluation) di altri potenziali partner.

L’attentional disengagement consiste nell’abilità di distogliere l’attenzione da una persona attraente, che potrebbe essere presa in considerazione per una potenziale relazione. L’evaluative devaluation è invece la tendenza a sminuire mentalmente l’avvenenza di un’altra persona. Per testare questi meccanismi fra i partecipanti, gli scienziati hanno mostrato loro fotografie di uomini e donne particolarmente attraenti, assieme a foto di persone di aspetto più comune.

Dai risultati, è emerso che i partecipanti che più in fretta smettevano di guardare la foto di una persona attraente erano anche meno propensi ad essere infedeli (fino al 50% in meno). Dai dati raccolti gli scienziati hanno anche osservato che le persone fedeli tendevano a trovare le persone mostrate molto meno attraenti rispetto quelle infedeli. Entrambi questi processi potevano essere utilizzati per minimizzare il rischio di relazioni extraconiugali e per indicare quali relazioni sarebbero durate più a lungo.

“Queste reazioni sono tipicamente automatiche”, ha spiegato Jim McNulty, autore principale dello studio. “Le persone non sono per forza coscienti di quello che stanno facendo e del perché. Questi processi sono per lo più spontanei e potrebbero essere influenzati dalla biologia o dalle esperienze della prima infanzia“. Secondo il team questi processi psicologici potrebbero essere utilizzati dai medici per fornire consigli pratici che possono aiutare i pazienti a rimanere fedeli ai propri partner, anche quando questi avvengono a livello subconscio.

Durante lo studio, il team ha anche cercato di capire come fattori quali ad esempio l’età, la soddisfazione relazionale e sessuale e la bellezza estetica influenzino la propensione al tradimento. Dai dati, è emerso ad esempio che solitamente le persone giovani e meno soddisfatte della relazione erano quelle che tendevano ad essere infedeli.

Se l’insoddisfazione relazionale all’interno della coppia alimenta la ricerca di relazioni esterne, sorprendentemente, sono  le persone più soddisfatte a livello sessuale ad essere anche più infedeli, stando ai risultati. Questo elemento potrebbe essere una spia del fatto che chi percepisce il sesso in maniera maggiormente positiva cerca anche più spesso questi rapporti occasionali, senza preoccuparsi di come percepisce la relazione di coppia.

L’avvenenza rappresenta un altro fattore predittivo dell’infedeltà, ma al contrario: nel caso delle donne, infatti, erano quelle meno attraenti ad avere più relazioni al di fuori del matrimonio ed anche gli uomini sono risultati più propensi ad avere relazioni con donne meno attraenti. Ma nel caso del sesso maschile la situazione è ribaltata e l’essere attraenti è risultato associato ad un maggiore livello di maggiore infedeltà.

Infine, anche la quantità di relazioni a breve termine avute in passato aveva un peso sulla tendenza ad essere infedeli, sempre differenziata in base al sesso: gli uomini che avevano avuto un gran numero di partner sessuali prima del matrimonio erano più propensi a tradire, mentre nel caso del sesso femminile avveniva l’esatto contrario.

Riferimenti: Journal of Personality and Social Psychology

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here