È nella selezione dei pazienti il futuro della ricerca in oncologia

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L’ultimo aggiornamento pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) è di appena qualche mese fa e conta circa 130 strutture autocertificate, tra laboratori analisi e centri clinici, dedicate agli studi di fase 1, quelle più preliminari della ricerca clinica, che hanno lo scopo principale di valutare la sicurezza di un candidato farmaco e sono condotte su un limitato numero di pazienti. Un risultato incoraggiante, commenta Stefania Gori, direttrice dell’Oncologia Medica dell’Ospedale Sacro Cuore – Don Calabria di Negrar–Verona e presidentessa Aiom (Associazione italiana oncologia medica), sintomo di un progressivo cambio di rotta per la ricerca clinica made in Italy, tradizionalmente più legata alle fasi più avanzate delle sperimentazioni cliniche. Un cambio di rotta che Gori non esita a definire una possibilità importante per tutti, soprattutto per i pazienti.

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