L’Europa rischia di tornare al clima tropicale del Paleogene

E se il caldo di questo inizio agosto diventasse la norma? Secondo gli esperti dell’Università di Bristol, se l’attuale tasso di incremento dei livelli di anidride carbonica in atmosfera non subirà un arresto, l’Europa occidentale e la Nuova Zelanda potrebbero tornare al clima tropicale del primo Paleogene. Un’allerta lanciata sulle pagine di Nature Geoscience, dopo che gli scienziati sono riusciti a stimare le temperature medie annuali dell’aria nel periodo che va da 56 a 48 milioni di anni fa grazie alla scoperta di biomarcatori fossili in campioni di lignite provenienti da queste aree.

Il primo Paleogene è considerata un’era particolarmente calda per il nostro pianeta, con elevati livelli di anidride carbonica in atmosfera a potenziare l’effetto serra. Un periodo dunque di forte interesse per le ricerche attuali, dato che gli esperti ci dicono che entro fine secolo l’anidride carbonica raggiungerà quantità paragonabili a quelle di circa 50 milioni di anni fa. Gli studi svolti fino a questo momento erano riusciti a stimare le temperature medie sopra gli oceani del Paleogene, facendo solo qualche ipotesi di quelle sopra le terre continentali. I dati, oltretutto, risultavano tra loro incompatibili.

La ricerca di David Naafs e dei suoi colleghi di Bristol nasce proprio per sapere quanto fosse calda la Terra in quel periodo e per sciogliere l’apparente incompatibilità tra i valori di temperatura dell’aria sopra gli oceani e quelli sopra le terre emerse. Per farlo i ricercatori hanno utilizzato un “termometro” molto particolare: all’interno di campioni di lignite (la torba, il carbone fossile) provenienti da Europa occidentale e Nuova Zelanda hanno trovato dei tetraedri di diacil glicerolo, molecole rilasciate dalla membrana di microrganismi come batteri e archei, individuate in precedenza solo in contesti termofili o ipertermofili.

Per gli studiosi tali sostanze rappresentano dei biomarcatori di temperatura e permettono di affermare che nel Paleogene le temperature dell’aria sopra queste terre fossero nettamente più alte rispetto a quanto si pensasse, cioè tra i 23 e i 29°C. Valori che superano di 10-15°C le medie attuali in queste regioni.

Dunque, sì. Secondo il team inglese di questo passo è probabile che l’ondata di caldo di questi giorni diventi la norma in un futuro prossimo. E insieme al caldo potrebbero sopraggiungere fenomeni metereologici estremi. I ricercatori, comunque, continueranno a cercare conferme dei dati appena elaborati, analizzando campioni provenienti da altre regioni del pianeta, in particolare quelle che si trovano a latitudini inferiori come i tropici.

“Alcuni modelli climatici suggeriscono che nel Paleogene i tropici fossero zone morte dal punto di vista ecologico poiché le temperature medie superavano i 40°C, valori troppo alti per la maggior parte delle forme di vita”, ha commentato Naafs. “Al momento, però, mancano i dati a sostegno. I nostri risultati suggeriscono la possibilità che i tropici, come le regioni alle medie latitudini già considerate, fossero più caldi di quanto finora creduto, ma occorre lavorare ancora per quantificare le temperature di queste zone”.

Riferimenti: Nature Geoscience

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