Tumore al cervello, una proteina accelera la malattia

attività del cervello
(Foto via Pixabay)

Si chiama CLIC1 ed è una proteina collegata allo sviluppo del glioblastoma, il più diffuso e aggressivo tumore cerebrale. Oggi un team di ricerca coordinato dall’Università Statale di Milano insieme all’Università di Genova aggiunge un tassello alla comprensione di come questa proteina favorisce la proliferazione del tumore. Il risultato indica anche che questa proteina potrebbe essere al centro di nuove terapie antitumorali. Lo studio è pubblicato Molecular Cancer Therapeutics

Attualmente, le prospettive più promettenti per l’individuazione di terapie contro il glioblastoma guardano ai progressi della medicina molecolare e in particolare allo studio delle cellule staminali tumorali, ovvero quella parte di cellule responsabili dell’insorgenza, della crescita e della recidiva del tumore.In questo quadro, si colloca la ricerca coordinata da Michele Mazzanti e dal suo gruppo al Dipartimento di Bioscienze della Statale di Milano, in collaborazione con il laboratorio di Tullio Florio del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Genova.

L’attenzione dei ricercatori si è concentrata soprattutto sul ruolo della proteina CLIC1, la cui caratterizzazione elettrofisiologica nelle cellule staminali tumorali era già stata compiuta dal gruppo di Mazzanti. Oggi il gruppo ha descritto alcune nuove funzioni di questa proteina, fondamentali nella fisiologia delle cellule di glioblastoma e quindi nello sviluppo del tumore, confermando CLIC1 come possibile bersaglio terapeutico.

La proteina CLIC1 è presente normalmente nel citoplasma che in particolari condizioni patologiche trasloca nella membrana cellulare, dove funziona da canale ionico. Nello studio i ricercatori hanno dimostrato che bloccando farmacologicamente la penetrazione della proteina nella membrana cellulare (o meglio inibendo la permeabilità della membrana), si determina un notevole effetto anti-proliferativo sulle cellule tumorali. Il lavoro svolto riguarda due diversi aspetti dei meccanismi molecolari coinvolti nello sviluppo tumorale, entrambi di rilievo.

In primo luogo questa particolare permeabilità è accentuata nelle cellule tumorali mentre è praticamente assente sulla membrana plasmatica di cellule staminali sane e nelle cellule somatiche: questo fatto rende CLIC1 un potenziale obiettivo in un’eventuale terapia farmacologica. La seconda, e non meno importante, caratteristica di CLIC1 riguarda il fatto che la proteina/canale è preferenzialmente espressa nelle cellule staminali tumorali, ritenute le maggiori responsabili dei processi recidivi.

Le due caratteristiche sono fondamentali nella fisiologia delle cellule di glioblastoma. Infatti bloccando direttamente il flusso di cloro promosso dalla proteina di membrana o, alternativamente, riducendo l’espressione totale della proteina, si provoca un sensibile rallentamento dei tempi di duplicazione arrivando in alcuni casi – negli esperimenti in vitro – ad un blocco totale dell’accrescimento della massa tumorale.

 “I risultati del nostro studio, per quanto ottenuti su colture di cellule umane, e quindi ancora distanti dalla possibile sperimentazione clinica su pazienti, aprono prospettive decisamente significative”, comenta Michele Mazzanti, professore ordinario di Fisiologia al Dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale di Milano. “Le caratteristiche uniche della proteina CLIC1 presente nelle cellule staminali tumorali la rendono un obiettivo specifico e selettivo, che permetterebbe tra l’altro di minimizzare gli effetti collaterali in un’eventuale terapia farmacologica antitumorale”.

Riferimenti: Università Statale di Milano

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