Costellazione del Toro: quell’anello diventerà una super Terra

costellazione del toro

Anche i pianeti nascono, crescono e muoiono. Gli astrofisici lo sanno bene, ma vederlo accadere sotto i propri occhi è tutta un’altra cosa. È questo che rende tanto eccitante la scoperta appena presentata sull’Astrophisical Journal da un gruppo internazionale di astronomi: un raggruppamento di giovani stelle situate nella costellazione del Toro, a circa 450 anni luce dalla Terra, circondate da strutture peculiari, interpretabili come tracce di pianeti giovani e in via di formazione. Una volta cresciuti – spiegano gli autori della ricerca – alcuni dei corpi celesti appena scoperti potrebbero raggiungere la dimensione di Nettuno o delle super Terre (pianeti fino a 20 masse terrestri).

Una nursery di stelle nella costellazione del Toro

Lo stesso processo è avvenuto anche nel nostro Sistema Solare, circa 4,6 miliardi di anni fa. Ed è per questo che studiando giovani sistemi planetari ancora in fase di formazione possiamo imparare qualcosa anche sulla nostra stessa storia. Nel nuovo studio, il gruppo di ricerca coordinato dall’astrofisico Feng Long dell’Università di Pechino, e di cui fanno parte anche scienziati dell’Inaf e della Statale di Milano, hanno sfruttato le 45 antenne dell’Atacama Large Millimeter Array (o Alma), in Cile, per osservare una regione di formazione stellare nella costellazione del Toro.

Osservando l’emissione della polvere di 32 stelle giovani, i ricercatori hanno scoperto che ben 12 di loro mostrano strutture caratterizzate da anelli e divisioni, che hanno interpretato come tracce dalla presenza di pianeti nascenti. Nelle primissime fasi, i futuri pianeti si presentano infatti come dischi protoplanetari, strutture concentriche formate di gas e polveri che ruotano attorno a una stella appena formatasi. Alcuni appaiono uniformi, come dei “blob” privi di strutture interne, ma in altri si distinguono anelli luminosi concentrici. E fino ad oggi, non era chiaro quanto fossero comuni nell’Universo questi dischi con strutture ad anelli, né se fossero realmente analoghi a quelli uniformi.

Galleria delle immagini dei dischi ottenute con ALMA, osservando simultaneamente con 45 antenne. Fino a poco tempo fa, tali dischi protoplanetari erano ritenuti lisci e privi di strutture. I risultati recenti ottenuti dal team di Feng Long mostrano che alcuni dischi appaiono come una serie di anelli, probabilmente scolpiti da pianeti altrimenti invisibili. Crediti: Feng Long

Anelli come indizi di pianeti nascenti

Il nuovo studio è invece riuscito a confermare definitivamente che si tratta di strutture destinate, in futuro, a trasformarsi in autentici pianeti. I calcoli effettuati hanno dimostrato che la gran parte degli anelli sembrano causati da pianeti gassosi delle dimensioni di Nettuno o delle cosiddette super Terre. Solo due dei dischi osservati potrebbero potenzialmente ospitare pianeti giganti come Giove, il più grande pianeta del Sistema solare.

“L’osservazione della morfologia dei dischi potrebbe affermarsi come una nuova metodologia per rilevare la presenza di pianeti attorno a stelle giovani”, spiega Giuseppe Lodato, professore di Astronomia e Astrofisica all’Università Statale di Milano che ha partecipato al nuovo studio. “Una strategia che da affiancare agli studi sui pianeti extrasolari, che in genere si concentrano su stelle adulte, dell’età del Sole. Questo metodo permette inoltre di osservare pianeti altrimenti non rilevabili, in quanto troppo poco massicci e troppo lontani dalla loro stella”.

Riferimenti: Gaps and Rings in an ALMA Survey of Disks in the Taurus Star-forming Region, Long et al., Astrophysical Journal https://arxiv.org/abs/1810.06044

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