CAR-T, l’Istituto nazionale dei tumori apre alle cure compassionevoli

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SONO passati sei mesi dall’approvazione da parte dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) delle prime terapie a base di cellule CAR-T, ma l’iter burocratico che avrebbe dovuto portarle alla commercializzazione non è ancora concluso. Nel frattempo chi potrebbe beneficiarne non ha molte possibilità di scelta, e nemmeno il tempo di aspettare. Tanto che alcuni pazienti si sono rivolti al crowfunding sperando di poter raccogliere i fondi necessari per tentare la delicata e costosa terapia altrove, lì dove già è disponibile da tempo, come negli Usa. Mentre si attende la fine delle negoziazioni – che secondo alcuni potrebbe concludersi il prossimo autunno – per i pazienti italiani l’unica possibilità al di fuori degli studi clinici rimane l’inserimento all’interno di programmi di cure compassionevoli. E per CAR-T, l’ultima frontiera dell’immunoterapia in cui i linfociti T sono modificati per riconoscere e attaccare le cellule del tumore, un programma di cure compassionevoli sta per aprirsi presso l’Istituto Nazionale dei Tumori (Int) di Milano.

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