Ballare ringiovanisce il cervello

ballare
(Foto via Pixabay)

Che l’esercizio in qualsiasi forma aiuti a combattere il declino delle facoltà fisiche e mentali associate all’avanzamento dell’età non è una novità. Tuttavia non è ancora chiaro quali sono i tipi di esercizio più adatti per contrastare l’invecchiamento. Secondo i ricercatori del German Center for Neurodegenerative Diseases, ballare sarebbe tra le attività più efficaci per rallentare, e addirittura invertire, l’invecchiamento del nostro cervello.

“Nella ricerca, abbiamo mostrato come due diversi tipi di attività fisica, ballare e allenamenti di resistenza, aumentano entrambi l’area del cervello che regredisce con l’invecchiamento,” ha spiegato Kathrin Rehfeld, autrice principale dello studio, pubblicato sul journal Frontiers in Human Neuroscience. La ricercatrice ha però aggiunto che solamente i partecipanti che praticavano la danza come attività fisica hanno presentato alla fine della ricerca notevoli cambiamenti dal punto di vista comportamentale.

Durante lo studio i pazienti, con un’età media di 68 anni, sono stati divisi in due gruppi: il primo doveva seguire una lezione settimanale di danza per 18 mesi, e il secondo un corso di allenamento di resistenza, con la stessa frequenza e durata. Mentre il primo gruppo era stimolato ad imparare qualcosa di nuovo ogni settimana con nuove coreografie e routines, il secondo svolgeva principalmente esercizi ripetitivi, come andare sulla ciclette o camminare con i bastoni.

Dai risultati è emerso che entrambe le attività portavano a un incremento nell’ippocampo, un’area del cervello importante perché, oltre a svolgere un ruolo chiave nel senso dell’equilibrio, nella memoria e nell’apprendimento, è particolarmente colpita dall’invecchiamento, e vulnerabile a malattie quali l’Alzheimer.

“Abbiamo cercato di fornire ai partecipanti del primo gruppo una serie di routine completamente diverse basate su generi musicali diversi,” ha spiegato Rehfeld, “I passi, i movimenti delle braccia, la velocità e il ritmo erano cambiati ogni due settimane per mantenere un continuo processo di apprendimento. La parte più impegnativa era ricordarsi le coreografie sotto pressione e senza l’aiuto degli istruttori”. Secondo i ricercatori, proprio queste sfide sono responsabili per i diversi risultati ottenuti dai partecipanti del primo gruppo che, ad esempio, alla fine dello studio presentavano ad esempio un senso dell’equilibrio assai migliorato.

Rehfeld e colleghi stanno ora cercando di sviluppare dei nuovi programmi di esercizio fisico in grado di massimizzare l’anti-invecchiamento del cervello. “Al momento stiamo lavorando su un nuovo programma chiamato Jymmin, basato su un sistema composto da un sensore in grado di generare suoni basati sull’attività fisica,” ha spiegato Rehfeld, “Sappiamo ad esempio che i pazienti affetti da demenza senile reagiscono bene alla musica. Vogliano combinare i benefici dell’attività fisica e del produrre musica in un trattamento in grado di aiutare i pazienti affetti da demenza.”

Riferimenti: Frontiers in Human Neuroscience

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here