Spazio

Colazione nello spazio: Parmitano sforna i primi biscotti sulla ISS

Nello Spazio tutto si complica e riuscire a preparare dei semplici biscotti può essere un’impresa epocale. A riuscirci, promettendo ai futuri equipaggi colazioni più appetibili, è sto il comandante della Stazione spaziale internazionale (Iss) in persona, il nostro AstroLuca, e la sua collega Christina Koch, che dopo ben due ore di cottura sono riusciti a sfornare i primi biscotti spaziali. Con tanto di gocce di cioccolato

I biscotti spaziali

Tornati circa due settimane fa sulla Terra, a bordo della capsula Dragon di Space X, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Associated Press, ora i biscotti sono sigillati in singole bustine e congelati in un laboratorio del Johnson Space Center della Nasa. E se da una parte l’aspetto sembra essere proprio quello di normalissimi biscotti, che sapore abbiano ancora nessuno lo sa. Quel che è certo, però, è che i biscotti spaziali hanno richiesto ben due ore di cottura. Un tempo davvero molto lungo, se pensiamo che sulla Terra sarebbero bastati circa una ventina di minuti.

Gli sviluppatori di Zero G Oven, il prototipo del forno capace di cucinare in condizioni di microgravità, si aspettavano una differenza nel tempo di cottura dei biscotti spaziali, ma non così esageratamente grande. “C’è ancora molto lavoro da fare per capire il perché di questa enorme differenza”, ha riferito Mary Murphy, manager di Nanoracks, l’azienda privata che ha progettato il piccolo forno sperimentale spedito lo scorso novembre verso la Iss. “Nel complesso, penso che sia un primo esperimento davvero fantastico”.

L’esperimento sulla Iss

Durante l’esperimento, il comandante, e in questa occasione anche primo chef, Luca Parmitano ha trasmesso via radio la descrizione di tutto il procedimento di preparazione e cottura dei biscotti spaziali. Il primo, nel forno per 25 minuti a circa 150 gradi, è stato un vero fallimento. Mentre i due successivi, tenuti in forno per circa il doppio del tempo, hanno dato risultati migliori, fino a quando, giunto alla cottura del quarto biscotto durata ben due ore, Parmitano ha esclamato: “Questa volta vedo un po’ di doratura. Non posso dire se è cotto fino in fondo o no, ma sicuramente non sembra più l’impasto di partenza”.

L’importanza dell’esperimento per le future missioni

Oltre a capire il motivo della differenza di tempo della cottura, sono necessari ulteriori test per determinare se i biscotti spaziali tornati sulla Terra siano sicuri da mangiare. Finora quello che si trova in orbita è essenzialmente uno scaldavivande, e mangiare qualcosa di diverso dal cibo disidratato o preconfezionato sarà particolarmente importante quando gli astronauti torneranno sulla Luna e su Marte per missioni di lunga durata.

“Dalla mia esperienza personale il cibo è piuttosto importante non solo per l’alimentazione, ma anche per il morale e serve a mantenere le persone connesse alla propria casa e alla loro Terra”, ha commentato l’ex astronauta della Nasa Michael Massimino, che ora insegna alla Columbia University ed è un portavoce del DoubleTree di Hilton, la catena alberghiera che ha fornito l’impasto per biscotti spaziali (lo stesso utilizzato per gli ospiti dell’hotel).

Riferimenti: Associated Press

Credit immagine di copertina: mmalcom1 via Pixabay

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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