Un semplice test del sangue permetterà in futuro di prevedere l’insorgenza della celiachia anche dieci anni prima del manifestarsi della malattia, con grande anticipo quindi rispetto a quanto oggi possibile. A svilupparlo sono stati i ricercatori dell’Istituto G. Gaslini di Genova, in collaborazione con l’Università di Verona, che hanno dimostrato il collegamento tra un particolare tipo di anticorpi (diretti contro la proteina Vp7 del rotavirus) e l’insorgere della malattia. Il metodo, presentato sulle pagine della rivista Immunologic Research, si è dimostrato efficace anche in pazienti con sintomatologia atipica o silente, e potrebbe risultare di particolare importanza nei bambini, per i quali la diagnosi precoce della malattia è di fondamentale importanza.
La celiachia è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino tenue, dovuta ad una intolleranza al glutine, una proteina contenuta in cereali come frumento, farro, orzo, segale, avena. Si tratta di una patologia a predisposizione genetica, il cui insorgere è cioè favorito dalla presenza di alcuni geni, che in Italia ha un’incidenza piuttosto alta: secondo l’Associazione Italiana Celiachia, i celiaci nel nostro paese potrebbero essere 600.000, ma si arriva ad una diagnosi solo in un caso ogni 7 persone affette da celiachia.
Nel 2006 i ricercatori dell’Istituto Gaslini e dell’Università di Verona avevano scoperto che l’infezione da Rotavirus, un piccolo virus a forma di ruota che provoca diarrea, può scatenare l’insorgenza della celiachia, e che i soggetti affetti da celiachia, ma non quelli sani, producono anticorpi diretti contro una particolare proteina del virus detta Vp7. Nel nuovo lavoro è stata studiata per diversi anni una casistica di oltre trecento bambini geneticamente predisposti a sviluppare la celiachia, per verificare l’efficacia prognostica degli anticorpi anti-Vp7.
E l’analisi ha dato i frutti sperati: “durante lo studio, solo i bambini che si ammalavano di celiachia presentavano anticorpi diretti contro la proteina Vp7 del rotavirus”, spiega Antonio Puccetti, ricercatore del Gaslini e principale autore dello studio, “abbiamo osservato che gli anticorpi anti-Vp7 comparivano diverso tempo prima dell’esordio della malattia, e prima degli anticorpi anti-transglutaminasi, che vengono oggi utilizzati per la diagnosi della celiachia. Abbiamo quindi messo a punto un test semplice e di facile esecuzione per prevedere l’insorgenza della malattia celiaca nei soggetti geneticamente predisposti”.
Il test si basa sull’individuazione nel siero di anticorpi diretti contro la proteina VP7, e permette di effettuare la diagnosi anche 10 anni prima dell’esordio della malattia. Potrebbe risultare fondamentale per la diagnosi precoce nei bambini in età pediatrica, perché, come ricordano i ricercatori, la celiachia è una malattia subdola, che può portare moltissimi danni nei periodi in cui l’organismo è in accrescimento. “Il nostro test si può eseguire con una semplice analisi del sangue. Al momento è disponibile solo presso il nostro laboratorio di ricerca, ma potrebbe diventare in tempi brevi un kit diagnostico commerciale. Il test infatti è stato messo a punto in un formato che è facilmente adattabile anche a scopi commerciali”, conclude Puccetti.
Riferimenti: A subset of anti-rotavirus antibodies directed against the viral protein VP7 predicts the onset of celiac disease and induces typical features of the disease in the intestinal epithelial cell line T84; Marzia Dolcino, Giovanna Zanoni, Caterina Bason, Elisa Tinazzi, Elisa Boccola, Enrico Valletta, Giovanna Contreas, Claudio Lunardi, Antonio Puccetti, Immunologic Research Doi: 10.1007/s12026-013-8420-0
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a che serve reclamizzare il test per anticorpi anti VP7 se al Gaslini e a Verona non danno ragguagli per poter praticarlo?