Le cellule Tr1, contro il rigetto e malattie autoimmuni

    Due nuovi biomarcatori specifici aprono da oggi le porte allo studio delle cellule T regolatorie di tipo 1 (Tr1), componenti del sistema immunitario che potrebbero trovare importanti applicazioni nella prevenzione e nella cura delle malattie autoimmuni, e nella soppressione del rigetto nei trapianti. La scoperta, pubblicata su Nature Medicine, arriva dai laboratori dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica diretti da Maria Grazia Roncarolo, ed è frutto di una ricerca svolta in collaborazione con l’Università di Yale.

    Le cellule T regolatorie sono una classe di cellule del sangue molto importante per il funzionamento dei meccanismi di difesa del nostro organismo. Sono specializzate infatti nel mantenimento della cosiddetta “tolleranza immunologica”, quel meccanismo che permette al sistema immunitario di combattere i patogeni (ad esempio gli agenti infettivi) senza aggredire i tessuti dell’organismo. Esistono diversi sottoclassi di cellule T regolatorie, tra cui appunto quelle di tipo 1, scoperte proprio da Roncarolo quando lavorava presso il Dnax Research Institute of Molecular and Cellular Biology di Palo Alto, in California.

    Nell’ultimo decennio queste cellule si sono dimostrate molto importanti nella prevenzione e nella cura di malattie autoimmuni come il diabete mellito di tipo 1, di malattie infiammatorie croniche intestinali, della celiachia e delle allergie, ma anche nella soppressione del rigetto dopo trapianti d’organo o di cellule staminali adulte. Il potenziale terapeutico delle cellule Tr1 è stato dimostrato sia in laboratorio che con studi di terapia cellulare all’avanguardia, ma fino ad oggi la loro applicazione clinica era fortemente limitata dalla mancanza di marcatori specifici, ovvero di precise molecole di riconoscimento che permettessero ai ricercatori di individuarle e seguirne il comportamento.

    La nuova ricerca del San Raffaele permette di superare il problema: Roncarolo e collaboratori hanno infatti descritto due biomarcatori, CD49b e LAG-3, che consentono di identificare in modo specifico le cellule Tr1. Le applicazioni della scoperta saranno molteplici.

    D’ora in avanti sarà ad esempio possibile studiare la presenza e la funzione di queste cellule negli individui sani e confrontarle con quelle di persone affette da malattie immuno-mediate, per comprenderne il ruolo nello sviluppo della malattia. Si potranno inoltre quantificare le cellule Tr1 nelle persone sottoposte a terapie immunosoppressive o immunomodulanti, così da identificare i farmaci più adatti per favorirne l’espansione, e quindi l’effetto terapeutico, nell’organismo. Infine, l’utilizzo dei marcatori CD49b e LAG-3 consentirà di purificare le cellule Tr1 e di renderle così utilizzabili come terapia cellulare avanzata nella prevenzione del rigetto nei trapianti di organo e di cellule staminali adulte.

    Riferimenti: Coexpression of CD49b and LAG-3 identifies human and mouse T regulatory type 1 cells; Nicola Gagliani, Chiara F Magnani, Samuel Huber, Monica E Gianolini, Mauro Pala, Paula Licona-Limon, Binggege Guo,
    De’Broski R Herbert, Alessandro Bulfone, Filippo Trentini, Clelia Di Serio, Rosa Bacchetta, Marco Andreani, Leonie Brockmann, Silvia Gregori, Richard A Flavell, Maria-Grazia Roncarolo; Nature Medicine doi:10.1038/nm.3179

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