Scienza made in Italy (or by Italians)

    Dalle regole d’oro per un parlamento efficiente alle future sfide dell’esplorazione dell’Universo. Settimana di eccellenze su Scienza made in Italy.

    Cominciamo dalla medicina. Il 10 per cento delle persone affette da diabete di tipo 2 presenta varianti funzionali del gene HMGA1. Lo ha scoperto il gruppo di ricerca dell’Università di Catanzaro “Magna Græcia” coordinato da Antonio Brunetti, grazie a uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of the American Medical Association. Il gene HMGA1 esprime una proteina che attiva un altro gene, quello per il recettore dell’insulina. La stessa variante era stata identificata, sempre dal gruppo di Brunetti, in pazienti affetti da forme rare di insulino-resistenza (Eusebio Chiefari, Sinan Tanyolaç, Francesco Paonessa, Clive R. Pullinger,  Carmelo Capula, Stefania Iiritano, Tommaso Mazza, Michele Forlin, Alfredo Fusco, Vincent Durlach, Anne Durlach, Mary J. Malloy, John P. Kane, Steven W. Heiner, Mirella Filocamo, Daniela P. Foti, Ira D. Goldfine, Antonio Brunetti – Functional Variants of the HMGA1 Gene and Type 2 Diabetes Mellitus; doi:10.1001/jama.2011.207).

    Le firme di Valeria Facchinetti dell’Anderson Cancer Center (University of Texas), di Loredana Frasca, dell’Istituto Superiore di Sanità e di Valeria Riccieri dell’Università La Sapienza di Roma compaiono invece su uno studio pubblicato su Science Translational Medicine che getta nuova luce sul ruolo fondamentale dei neutrofili nel lupus eritematoso. Attraverso un processo chiamato NETosi, un tipo di morte cellulare, il Dna dei neutrofili viene espulso in lunghi filamenti che formano una struttura a rete (NET). Nei pazienti colpiti da lupus, due anticorpi attivano i neutrofili e inducono il rilascio di queste strutture che poi vanno ad attaccare i tessuti dell’organismo (“Neutrophils Activate Plasmacytoid Dendritic Cells by Releasing Self-DNA–Peptide Complexes in Systemic Lupus Erythematosus; DOI: 10.1126/scitranslmed.3001180).

    Di loro avevamo già parlato in occasione dei premi igNobel; ora Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda e Cesare Garofano dell’Università di Catania hanno firmato un nuovo studio, pubblicato dalla Cornell University Library, nel quale “suggeriscono” di tirare a sorte i parlamentari. Nella ricerca, hanno creato un ipotetico modello di Parlamento di 500 individui appartenenti a due partiti (o due coalizioni) e hanno mostrato che, introducendo una percentuale variabile di politici indipendenti scelti a caso, si migliora l’efficienza della legislatura sia in termini di numero di leggi approvate sia di welfare sociale medio. Inoltre, gli studiosi hanno anche stabilito analiticamente una “regola d’oro dell’efficienza” con la quale permettono di fissare il numero ottimale di legislatori da selezionare a caso dopo che una regolare elezione ha stabilito le relative proporzioni dei due partiti (A. Pluchino, C. Garofalo, A. Rapisarda, S. Spagano, M. Caserta – Accidental Politicians: How Randomly Selected Legislators Can Improve Parliament Efficiency; arXiv:1103.1224v1 [physics.soc-ph]).

    Infine ci teniamo a segnalare che l’Agenzia Spaziale Europea ha selezionato il progetto LOFT – a guida italiana (Inaf, Infn, diverse università e politecnici italiani e la Thales Alenia Space di Torino) – insieme ad altre tre missioni (EChO, Marco Polo-R, STE-QUEST), per il bando “Cosmic Vision”. Di queste, una sarà lanciata nel 2020. LOFT è un satellite con un occhio di oltre 20 mq che studierà gli ultimi istanti di vita della materia, costruito con oltre 2.000 rivelatori di silicio per i raggi X.

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