Scienza made in Italy (or by italians)

    La capacità decisionale delle persone bilingue, la regolazione dell’espressione genica, più un’app e un progetto dedicati alla realtà aumentata. Questi i temi della settimana nella nostra rubrica

    Secondo un studio dei ricercatori dell’Università Vita-Salute dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele – svolto in collaborazione con le Università di Hong Kong, Londra e Barcellona – l’indecisione sarebbe una questione anche di lingue. In particolare, gli scienziati hanno dimostrato che i bilingui, rispetto a chi parla un solo idioma, sono più veloci a compiere delle scelte. La ragione? Un maggiore sviluppo delle aree cerebrali legate alle decisioni, sfruttate più efficacemente rispetto ai monolingui. Per scoprirlo, i ricercatori hanno analizzato le differenze tra bilingui e monolingui attraverso tecniche di neuroimaging, mentre veniva chiesto loro di eseguire dei compiti cognitivi. “I bilingui hanno più materia grigia nella corteccia del cingolo anteriore, struttura importante nel monitorare le nostre azioni e decisioni”, ha spiegato Jubin Abutalebi dell’Università Vita-Salute, a capo della ricerca pubblicata su Cerebral Cortex: “Abbiamo inoltre evidenziato che vi è una correlazione positiva tra la loro performance nel risolvere conflitti cognitivi e lo spessore della materia grigia del cingolo anteriore. Questo dato è significativo e in più dimostra che il bilinguismo presente dalla nascita ha degli effetti diretti sullo sviluppo del cervello”.

    Di decisioni, anche se a livello cellulare, si parla anche nello studio dei ricercatori guidati da Valerio Orlando dell’Istituto Telethon Dulbecco e dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia. Gli scienziati hanno scoperto che quando le condizioni ambientali cambiano improvvisamente o diminuiscono i nutrienti, la cellula regola le proprie attività, adattandole alla circostanza di stress, direttamente nel nucleo. In particolare, studiando quanto avviene nel moscerino della frutta, Drosophila melanogaster, i ricercatori hanno scoperto che le cellule riducono la quantità di proteine prodotte, e quindi le loro spese energetiche, attraverso l’interferenza a Rna. In pratica vengono create delle piccole molecole di Rna che portano alla degradazione di specifici mRna, gli “stampi” necessari a guidare la sintesi di nuove proteine. Lo studio, pubblicato su Nature, potrebbe avere importanti ripercussioni nella medicina, come spiega Davide Corona dell’Università di Palermo, uno degli autori: “Nel caso di malattie dovute all’eccessiva o alla ridotta produzione di determinate proteine, infatti, questi piccoli Rna nucleari potrebbero essere usati per modulare l’espressione dei geni in maniera stabile, stabilendo la quantità di proteina prodotta, senza necessariamente intervenire sul difetto genetico responsabile della patologia”.

    Dalla biologia saltiamo alla tecnologia, dove segnaliamo il successo italiano nella Semantic Web Challenge 2011, la competizione dedicata alla semantica che ha visto premiare a Bonn, in Germania, i ricercatori del CEFRIEL e del  Dipartimento di Elettronica e Informazione del Politecnico di Milano per lo sviluppo dell’applicazione per smartphone BOTTARI. A cosa serve? L’applicazione aiuta a scegliere i locali (ristoranti soprattutto) più alla moda. Per farlo sfrutta le informazioni presenti sui social media, sistemi dei geolocalizzazione e semantica. BOTTARI sarà disponibile dal prossimo anno, ma in Corea, dove funzionerà per un particolare quartiere di Seoul.

    Infine segnaliamo la partenza di un altro progetto dedicato alla realtà aumentata, di livello europeo e coordinato dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento. VENTURI (immersiVe ENhancemenT of User-woRld Interactions), questo il nome del progetto, ha lo scopo di sviluppare una piattaforma mobile che permetta alle persone con disabilità di muoversi per una città nel modo migliore possibile. Sfrutterà un sistema di visione 3D, un impianto uditivo avanzato e tutte le informazioni sul presente e sul passato dei luoghi visitati. Il sistema sarà connesso a Internet e a banche dati. Il dispositivo sarà inoltre dotato di accelerometri e giroscopi, così da permettere il comando anche solo attraverso il movimento. Il progetto, della durata di tre anni, ha ricevuto un finanziamento europeo di 3,6 milioni di euro.

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