Scienza made in Italy (or by Italians)

    Torniamo ad occuparci di oncologia, su Scienza made in Italy. Altre ricerche da segnalare riguardano le patologie respiratorie, la distrofia di Duchenne e un premio da Science Signaling

    Il 40 per cento delle patologie respiratorie è attribuibile a fattori ambientali come fumo, smog e muffe. A dirlo uno studio dell’Ibim-Cnr di Palermo che ha coinvolto 2.150 studenti delle scuole medie del capoluogo siciliano. Secondo la ricerca, pubblicata sulla rivista Pediatric Allergy and Immunology, il PAR (Population Attributable Risk, ovvero la proporzione di una malattia dovuta a fattori ambientali evitabili) è risultato del 40,8 per cento per l’asma corrente, del 33,6 per la rinocongiuntivite e del 14,1 per la ridotta funzione respiratoria (Fabio Cibella, Giuseppina Cuttitta, Stefania La Grutta, Mario R. Melis, Maria L. Lospalluti, Carina G. Uasuf, Salvatore Bucchieri, Giovanni Viegi Proportional Venn diagram and determinants of allergic respiratory diseases in Italian adolescents; DOI: 10.1111/j.1399-3038.2010.01097.x).

    Nell’insorgenza delle neoplasie mieloproliferative, gioca un ruolo fondamentale la cooperazione tra geni. In particolare, la mutazione JAK2, in combinazione con un tipo particolare di gene per il recettore dei glucocorticoidi, determina l’insorgenza di policitemia vera. Lo rivela uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità condotto in collaborazione con la Mount Sinai School of Medicine di New York e riportato su Blood(Lilian Varricchio, Elena Masselli, Elena Alfani, Angela Battistini, Giovanni Migliaccio, Alessandro Maria Vannucchi, Wenyong Zhang, Damiano Rondelli, James Godbold, Barbara Ghinassi, Carolyn Whitsett, Ronald Hoffman, and Anna Rita Migliaccio – The dominant negative β isoform of the glucocorticoid receptor is uniquely expressed in erythroid cells expanded from polycythemia vera patients; doi:10.1182/blood-2010-07-296921).

    Un metodo per prevedere le trasformazioni del tumore nell’organismo – in particolare quelle del tumore stromale gastrointestinale – e individuare quali farmaci possono essere usati per attaccarlo. Lo hanno elaborato i ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, in collaborazione con l’Università di Trieste, grazie alla realtà virtuale e il 3D. Come spiegato su Nature Reviews Clinical Oncology, i ricercatori hanno ricostruito modelli virtuali tridimensionali dei recettori delle cellule tumorali che ne regolano la replicazione, e di alcuni recettori mutati riscontrati nei pazienti. In questo modo sono riusciti a prevedere le mutazioni e a individuare i farmaci più efficaci (Marco A. Pierotti Elena Tamborini, Tiziana Negri, Sabrina Pricl, Silvana Pilotti Targeted therapy in GIST: in silico modeling for prediction of resistance; doi:10.1038/nrclinonc.2011.3).

    Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università Sapienza di Roma, guidati da Irene Bozzoni, ha individuato tre nuovi marker in grado di valutare i risultati delle terapie per la Distrofia di Duchenne/Becker nelle sperimentazione sull’essere umano. Sono tre microRNA – miR-1, miR-133 e miR-206 – che possono essere esaminati attraverso una semplice analisi del sangue. I tre marker potrebbero rivelarsi anche utili nella diagnosi della malattia. Lo studio, “miRNAs as serum biomarkers for DMD” è stato pubblicato su EMBO Molecular Medicine.

    Su Physical Review Letters, Stefano Pirandola, docente di fisica all’Università di York, firma uno studio sulla possibile applicazione (futura) della luce quantistica per la realizzazione di lettori ottici (tipo CD drivers) ultra veloci e di memorie ottiche con altissima capacità dati (Quantum Reading of a Classical Digital Memory; DOI:10.1103/PhysRevLett.106.090504).

    Infine, ricordiamo che lo studio di Simona Infantino, Beate Heizmann e Michael Reth dell‘Università di Friburgo e del Max Planck Institute per l’Immunobiologia e l’Epigenetica – “Syk is a dual-specificity kinase that self-regulates the signal output from the B-cell antigen receptor” (DOI: 10.1073/pnas.1009048107) – pubblicato sulla rivista Pnas, è stato selezionato da Science Signaling come uno dei “signaling breakthroughs” del 2010.

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