Salute

Carenze alimentari, arriva una particella carica di micronutrienti

Un nuovo tipo di particelle in grado di contenere fino a quattro diversi principi nutritivi potrebbero essere utilizzare per trattare problemi di carenza di micronutrienti, una condizione che complessivamente si stima affligga quasi 2 miliardi di persone sul pianeta. Queste microparticelle, raccontano sulle pagine di Science Translational Medicine gli scienziati che le hanno sviluppate, sono in grado di preservare e far assorbire micronutrienti, sostanze come per esempio il ferro o la vitamina A, essenziali affinché il nostro metabolismo funzioni in modo corretto. E potrebbero rappresentare un aiuto al problema della carenza di micronutrienti, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Lo studio è stato finanziato dalla Bill and Melinda Gates Foundation.

Carenza alimentare, un problema per due miliardi di persone al mondo

Oltre due miliardi di persone al mondo soffrono di carenza di micronutrienti, una condizione che può provocare un gran numero di patologie, come l’anemia o la perdita della vista, e che è la causa principale di disordini cognitivi e fisici nei paesi in via di sviluppo, e causa di circa due milioni di morti nell’infanzia ogni anno. Cibi arricchiti dei principi nutritivi mancanti possono aiutare, ma l’implementazione su scala globale è stata rallentata a causa di difficoltà tecniche nel preservare i micronutrienti mentre il cibo viene conservato e cucinato. Ad esempio, l’esposizione a calore, umidità ed ossidazione a cui gli alimenti vengono esposti mentre preparati porta alla degradazione delle vitamine contenute. In altri casi, cambiamenti chimici nei minerali presenti nel cibo determinano un sapore sgradevole.

Microparticelle cariche di micronutrienti

Per cercare di risolvere il problema delle carenze otttimizzando le possibili situazioni, Aaron Anselmo e il suo team hanno creato delle speciali microparticelle, ciascuna delle quali può contenere fino a quattro diversi principi nutritivi, quali per esempio vitamina A, ferro, zinco e biotina (in tutto sono stati 11 i principi testati: oltre quelli citati, iodio, B2, niacina, acido folico, B12, C e D). Queste particelle, incapsulate in un polimero biocompatibile facilmente dissolvibile nell’intestino, sono leggermente più grandi del diametro di un capello umano e mantengono al sicuro il loro i micronutrienti che contengono da fattori quale calore, luce, umidità e persino dall’acqua bollente.

(Credits immagine: A.C. Anselmo et al., Science Translational Medicine (2019)

Durante lo studio, i ricercatori hanno somministrato queste microparticelle a dei topi e hanno osservato che queste si dissolvevano senza problemi e rilasciavano i principi nutritivi nell’intestino degli animali. In seguito, gli scienziati hanno condotto due sperimentazioni cliniche su esseri umani, il primo su 20 volontari che hanno ingerito porridge di mais contenente microparticelle di ferro, e il secondo su 24 partecipanti che hanno invece mangiato del pane fortificato. In entrambi i casi, i micronutrienti hanno raggiunto l’intestino senza problemi e sono stati assorbiti dall’organismo.

Ulteriori ricerche sono necessarie per determinare il modo migliore per implementare questa soluzione su larga scala, tuttavia, sottolineano i ricercatori, si tratta di un passo in avanti nel trattare la carenze di micronutrienti nella popolazione a livello globale.

Riferimenti: Science Translational Medicine

(Credits immagine di copertina: Alexas_Fotos da Pixabay)

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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