Deja vu staminale

Una nuova tecnica per indurre le cellule adulte a tornare allo stadio indifferenziato, molto più efficiente delle tecniche finora sperimentate, e più sicura. È quanto sembrano promettere i risultati ottenuti dai biologi del Whitehead Institute for Biomedical Research, pubblicati oggi su Nature Biotechnology.

L’idea di poter riprogrammare cellule adulte della pelle (somatiche) per ottenere cellule in grado di differenziarsi nuovamente in qualsiasi tipo cellulare (Ips, induced pluripotent stem) aveva già dato i suoi primi risultati nel novembre scorso (vedi Galileo). “Le procedure esistenti però”, spiega Marius Wernig, uno dei ricercatori, “hanno due limiti non trascurabili: per prima cosa i virus utilizzati come veicoli dei geni che permettono di ‘risettare’ il programma delle cellule sono potenzialmente cancerogeni; secondo, solo una cellula su mille riesce a perdere il differenziamento acquisito (ovvero a tornare staminale) con successo. L’efficienza è, quindi, molto bassa”.

Per mettere a punto una procedura a basso rischio, i ricercatori hanno utilizzato un virus senza potenziale cancerogeno (lentivirus) per veicolare quattro geni (Oct4, Sox2, c-Myc e Klf4) nel Dna di cellule adulte provenienti dalla pelle di topi. Successivamente, i geni “dormienti” sono stati attivati (cioè messi in funzione) iniettando nella cellula un antibiotico, la doxicillina. La cellula differenziata è stata così riportata a uno stadio più “giovane”: in questo modo può essere riciclata per la formazione di tessuti diversi da quello d’origine (l’epidermide in questo caso).

Stando a quanto riportato, non solo la nuova procedura funziona correttamente, ma presenta anche uno spreco ridotto, perché va a buon fine in un caso su venti. “Una volta rodato il nuovo metodo” aggiunge Christopher Lengner, altro autore dello studio, “lo abbiamo esteso a cellule provenienti da tessuti diversi, come intestino, cervello, muscoli, reni, ghiandole surrenali e midollo spinale”. Secondo gli studiosi, il nuovo protocollo sperimentale semplifica enormemente le procedure per produrre migliaia di cellule staminali, che potrebbero essere così utilizzate per la ricerca. (i.n.)

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