Categorie: Società

Quando i Neanderthal si tuffavano nel Mediterraneo a caccia di conchiglie

Ben prima dei sapiens, furono gli uomini di Neanderthal a nuotare nelle acque del Mediterraneo. Le loro incursioni subacquee erano vere e proprie missioni: sul fondo del mare il cugino Neanderthal andava a caccia di molluschi, così da avere sempre a disposizione conchiglie per scavare nel terreno. Lo suggeriscono le analisi compiute su alcune conchiglie rinvenute nella Grotta dei Moscerini, tra Sperlonga e Gaeta, da un team di ricercatori guidati dall’italiana Paola Villa dell’University of Colorado Boulder insieme a colleghi degli atenei della Sapienza e di Pisa. Il racconto della scoperta è stato pubblicato sulle pagine di Plos One.

Le conchiglie della Grotta dei Moscerini

A incuriosire gli scienziati sono stati centinaia di conchiglie, tutte appartenenti alla specie Callista chione (i comuni fasolari), rinvenuti nel 1949 nella Grotta dei Moscerini, un sito italiano che venne visitato in un lontano passato dai Neanderthal. Le caratteristiche di alcune di queste conchiglie – risalenti a circa 100 mila anni fa – come per esempio le incrostazioni causate dai microcrorganismi marini – portano a credere che più che essere state raccolte sulla spiaggia i Neanderthal si siano spinti fin in fondo al mare a prenderle. La loro indole di esploratori marini era finora sconosciuta, ha commentato la Villa. Insieme alle conchiglie i ricercatori hanno rinvenuto anche delle pomici, probabilmente arrivate fin su quelle spiagge dalle eruzioni dei vulcani della zona napoletana, come i Campi Flegrei, e usate come pietre abrasive.

Credits: Villa et al., 2020

Neanderthal, altro che un cavernicolo

Come spiegano gli autori, i nostri antichi parenti sarebbero stati alquanto famigliari con gli ambienti acquatici. A suggerirlo sono anche alcuni studi secondo cui i Neanderthal andavano anche a pesca in acque dolci. Ma più in generale le nuove scoperte contribuiscono a rivedere, ancora, l’immagine dell’uomo di Neanderthal. Se per lungo tempo infatti è stato dipinto come un ominide rozzo e dedito solo alla caccia, negli ultimi anni è apparso sempre più chiaro come non fosse così: i Neanderthal sarebbero stati capaci di arte astratta per esempio, e le loro caratteristiche anatomiche suggeriscono che fossero anche abili nei lavori di precisione.

Riferimenti: Plos One

Credits immagine copertina: Sathish kumar Periyasamy da Pixabay

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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