Spazio

Tutti a caccia di Neowise, la cometa visibile a occhio nudo fino ad agosto

Bella, luminosissima, e visibile ad occhio nudo. È la cometa Neowise, scoperta il 27 marzo dall’omonimo telescopio spaziale della Nasa e finalmente giunta a illuminare il cieli del nostro emisfero, dove rimarrà la protagonista indiscussa fino al prossimo primo agosto. Volete unirvi alle orde di appassionati astrofili che stanno inondando la rete di foto mozzafiato di Neowise? Nulla di più facile: basta armarsi di macchina fotografica, e prepararsi a una levataccia. Qualcuno è già riuscito a fotografarla, persino dalla nostra casa in orbita.

I momenti migliori per vedere Neowise

Come ricorda l’Inaf, infatti, ancora fino a domani l’orario migliore per osservarla è l’alba, quando la cometa appare in tutto il suo splendore nella zona di cielo occupata dalla costellazione dell’Auriga. Per trovarla – spiegano gli esperti – basta cercare Venere, che a quell’ora è visibile come una stella molto luminosa nella costellazione del Toro, e poi spostare lo sguardo di circa 30 gradi in direzione nord, parallelamente all’orizzonte, tenendo gli occhi ben aperti per cogliere l’inconfondibile coda che caratterizza le comete come Neowise.

Dall’11 luglio sarà invece tutto più facile: la finestra migliore per osservare Neowise si sposterà infatti tra le 21.00 e le 24.00, quando la cometa sarà visibile con facilità poco al di sopra della linea dell’orizzonte. Dalla notte del 14, infine, la cometa diverrà circumpolare per il Nord Italia, e cioè visibile per tutta la notte: a partire dalle 21.00, quando si troverà a circa 17 gradi di altezza sull’orizzonte nord-ovest, fino all’alba, quando dopo essere scesa e risalita sull’orizzonte si troverà a circa 12 gradi di altezza.

Neowise, la prossima volta solo tra tantissimo tempo

Meglio approfittarne, visto che per la prossima visita di Neowise bisognerà attendere qualcosa come 6.800 anni. La sua orbita ha infatti un semiasse maggiore di circa 360 unità astronomiche (o Ua, unità di misura basata sulla distanza del nostro pianeta dal Sole), e la porta a raggiungere l’efelio (cioè il punto di massima distanza dalla nostra stella) a circa 715 Ua dal Sole, 18 volte la distanza che separa Plutone dalla stella.

Credit immagine: Hypatia Alexandria/Flickr

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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