Ambiente

Esplosione a Beirut: cos’è il nitrato di ammonio

Le vittime sono oltre 100, mentre i feriti oltre 4mila. Numeri che, purtroppo, sono destinati ad aumentare, in un disastro che forse si sarebbe potuto evitare. L’enorme esplosione nella zona del porto di Beirut, in Libano, infatti, è stata probabilmente causata, stando alle prime ricostruzioni, dallo scoppio di un deposito contenente oltre 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio. Sito, quindi, ritenuto pericoloso che sarebbe stato segnalato più e più volte dai funzionari della dogana per avere l’autorizzazione al trasferimento del materiale, finora purtroppo mai concessa. Ma di quale sostanza si tratta esattamente?

Il nitrato di ammonio

Il nitrato di ammonio (la formula è NH4NO3) è un composto chimico che si presenta con cristalli incolori e inodori, altamente solubile in acqua e molto versatile: è, per esempio, il componente attivo del ghiaccio istantaneo, quello usato per esempio dagli sportivi per alleviare il dolore, e viene usato comunemente in agricoltura come concime (fonte di azoto per le piante). Ma anche per la produzione di esplosivicome l’ammonal e l’Anfo (Ammonnium Nitrate Fuel Oil).

Data la sua facile reperibilità, l’essere economico e sicuro, infatti, il nitrato di ammonio è stato impiegato sia per scopi civili (nelle cave e nelle miniere), sia per scopi militari e terroristici, dove viene usato in miscela con altre sostanze per fabbricare ordigni. Precedenti incidenti, oltre a quest’ultimo di Beirut, hanno visto come corresponsabile il nitrato di ammonio. Ricordiamo per esempio il disastro di Texas City, avvenuto il 16 aprile 1947 e le esplosioni al porto di Tientsion (o Tianjin), in Cina settentrionale, del 12 agosto 2015 che provocarono centinaia di vittime.

L’esplosione

Quel che ci si domanda ora è come si possa essere generata l’esplosione a Beirut. Il nitrato di ammonio puro, infatti, è chimicamente abbastanza stabile e non può, quindi, bruciare da solo. Tuttavia, in determinate condizioni (come gli spazi chiusi) e a temperature particolarmente elevate, come quelle di una esplosione o di un incendio, il composto può decomporsi rilasciando sostanze gassose come gli ossidi di azoto così rapidamente da scatenare lo scoppio. “È plausibile che il nitrato di ammonio faccia un disastro di questo tipo”, commenta su Instagram il chimico Dario Bressanini. “Uno dei problemi del nitrato di ammonio è che contiene l’ossigeno necessario per la decomposizione e, quindi, può esplodere anche in luoghi chiusi”.

Probabilmente, quindi, dato che il composto è stabile, ci sono stati materiali combustibili che hanno generato l’incendio attorno al deposito. Il nitrato di ammonio, quindi, può fondere e percolare in ambienti meno aperti all’aria: qui il protossido di azoto generato dalla decomposizione sopperisce alla mancanza di ossigeno, continuando ad alimentare la combustione anche nei luoghi chiusi, fino a quando i gas liberati, che non hanno una valvola di sfogo, generano lo scoppio.

Via: Wired.it

Leggi anche: Esplosivi: lo spray che fiuta i perossidi

Credits immagine di copertina: Tszrlx/Wikimedia Commons)

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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