Spazio

Osiris-Rex pronto al contatto con l’asteroide Bennu. Come seguire la diretta Nasa

La missione Osiris-Rex della Nasa, in orbita intorno all’asteroide Bennu dal dicembre 2018, sta per avvicinarsi al suolo per prelevare un campione dalla sua superficie, nella cosiddetta manovra di Touch-and-go (in sigla Tag), e successivamente, nel 2023, riportarlo sulla Terra per studi approfonditi. L’emozionante tocco di Osiris-Rex è previsto nella notte fra martedì 20 e mercoledì 21 ottobre e precisamente avverrà alle 00.12 di notte del 21 (appena passata la mezzanotte). L’evento sarà trasmesso in diretta dalla Nasa e sul canale Twitter di Osiris-Rex. La trasmissione inizierà poco prima, alle nostre 23 del 20 ottobre, quando inizieranno le operazioni di discesa e atterraggio.

Le tappe di Osiris-Rex

Dopo un viaggio di due anni nello spazio, nel dicembre 2018 la missione Osiris-Rex ha raggiunto l’asteroide Bennu e si è fermata intorno al corpo celeste, attualmente si trova a 288 milioni di chilometri dalla Terra. Al momento dell’arrivo la missione non è atterrata sopra Bennu ma si è posizionata a 24 chilometri di altezza.


L’asteroide Bennu perde pezzi, le immagini di Osiris-Rex


Dal 2018 al 2020 ha svolto diversi studi e anche qualche avvicinamento (nell’immagine): l’11 agosto 2020, per esempio, Osiris-Rex ha raggiunto una distanza di soli 40 metri dal cratere Nightingale (usignolo in inglese), il sito del futuro prelievo, vicino al polo nord di Bennu. La Nasa ha impiegato mesi per scegliere, fra i quattro siti candidati, questo cratere, di diametro di circa 20 metri, piuttosto regolare e intatto, composto da un terreno di grana fine, mentre il resto e la parte circostante è piena di massi, per questo ideale per il prelievo di materiale.

La discesa e il tocco

Complessivamente l’operazione durerà circa 4 ore e mezza, come spiega la Nasa. Inizialmente Osiris-Rex accenderà i suoi propulsori per spostarsi dalla distanza a cui si trova, meno di un km dalla superficie di Bennu, e dare il via alla discesa. Dopo un viaggio di 4 ore, il veicolo spaziale si fermerà e farà una tappa a circa 125 metri di altezza, preparandosi per l’ulteriore avvicinamento. A un’altezza di circa 54 metri aggiusterà il suo percorso in modo da prendere la mira per incrociare la traiettoria dell’asteroide in rotazione al momento del contatto. Il tocco è molto breve e durerà meno di 16 secondi in tutto, mentre Osiris-Rex sparerà una carica di azoto pressurizzato per smuovere il terreno e riuscire a raccogliere il campione.

Gli appuntamenti per assistere alle operazioni

Per scoprire cosa succederà e come avverranno le operazioni martedì 20 ottobre 2020 ci sarà un’animazione in live streaming, dalle 19.20 alle 00.30 sul sito della missione Osiris-Rex.

Dalle 23 del 20 alle 00.30 del 21 ottobre ci sarà la diretta, resa possibile dall’azienda Lockheed Martin Space, della discesa nel cratere Nightingale su Bennu con il primo tentativo della missione – che speriamo vada in porto – di raccogliere polveri e campioni di suolo di Bennu. Inoltre dalla mezzanotte alle 00.30 di notte del 21 gli esperti risponderanno alle domande del pubblico sul Touch-and-go, sulla scienza degli asteroidi e su Osiris-Rex: per partecipare bisogna utilizzare il tag #ToBennuAndBack.

Le prove raccolte finora

Fra le prove ottenute nelle prime indagini, si è osservata la presenza di molecole di OH intrappolate nei minerali, segno di possibili tracce di acqua forse presente nel passato. Inoltre, ci sono molecole organiche ricche di carbonio che potranno fornire indizi per capire se e come questo antichissimo asteroide, insieme ad altri, ha avuto un ruolo nel diffondere gli elementi chimici alla base della vita anche sulla Terra. Gli scienziati hanno poi raccolto varie immagini della conformazione e del terreno di Bennu, che risulta disseminato di un’enorme quantità rocce più piccole a sorpresa dominate da giganteschi massi.

Via Wired.it

Leggi anche su Galileo – “Bennu visto da vicino: ecco cosa ha scoperto la missione Nasa”

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

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