Categorie: Vita

Reti a led per salvare tartarughe marine e piccoli cetacei

Le luci a led, grazie ai loro ridotti consumi energetici, stanno dando un grande contributo all’ambiente. E ora potrebbero dare una mano anche alla salvaguardia della biodiversità, riducendo la cattura accidentale di tanti animali marini nelle reti da pesca. Lo suggerisce uno studio su Biological Conservation che ha dimostrato l’efficacia delle luci a led nel segnalare a piccoli cetacei e tartarughe marine la presenza delle reti ed evitare che vi rimangano impigliati.

Un mare di reti

Il mare è pieno di reti che dovrebbero intrappolare solo le specie target (quelle che è consentito pescare a scopi alimentari, come le alici) evitando di catturare specie protette. Ma la realtà è ben diversa. Il bycatch, la cattura accidentale con le reti da pesca è una seria minaccia per la sopravvivenza di molte popolazioni di animali marini e, secondo la US Ocean Commission, è la principale minaccia per i mammiferi marini, come i delfini e altri piccoli cetacei. Secondo alcune stime, la pesca industriale del tonno causa ogni anno la morte di più di 90 mila delfini in tutto il mondo.

Il problema è cresciuto in modo esponenziale a partire dagli anni Sessanta, con l’impiego di reti di nylon e di barche a motore e, come ci ricorda la cronaca quotidiana, oggi riguarda tutti i mari e tutti i tipi di pesca, ma in particolare le reti da posta (ovvero quelle che vengono lasciate fisse in mare per un determinato periodo di tempo). Utilizzate soprattutto nelle acque più vicine alla costa, queste grandi reti verticali sono molto comuni nella pesca a piccola scala in tutto il mondo e catturano con facilità anche piccoli cetacei e tartarughe marine.

Il test in mare con i led

Il successo dell’inserimento di luci a led nelle reti per la salvaguardia di specie non target era stato già documentato in precedenti ricerche che hanno evidenziato una riduzione dell’84% delle morti accidentali di uccelli marini. I ricercatori dell’Università di Exeter, in collaborazione con l’organizzazione ProDelphinus e diversi team di pescatori, hanno cercato di capire se lo stesso metodo potesse funzionare anche con altre specie, come tartarughe e piccoli cetacei. Come raccontano nell’articolo su Biological Conservation, tra il 2015 e il 2018 gli scienziati hanno calato in acque peruviane 864 reti dotate di led (1 ogni 10 metri) e, come controllo, altrettante reti tradizionali, non illuminate. “Piccoli sensori luminosi come quelli testati nel nostro studio possono essere utili per avvertire le specie non target della presenza delle reti e permettere loro di evitarle”, ha spiegato Alessandra Bielli, prima firmataria dello studio.

I primi risultati sono molto promettenti. Rispetto a quelle tradizionali, infatti, le reti dotate di led hanno ridotto del 74% il rischio di cattura per le tartarughe marine e del 70,8% per i piccoli cetacei. Per contro, la percentuale di specie target resta invariata. Le luci salvano le specie minacciate, ma non intaccano la resa del pescato.

Le reti del futuro saranno tutte illuminate?

Lo studio ha rivelato anche diversi dettagli sulle specie catturate più frequentemente nelle reti non illuminate. L’86% delle tartarughe trovate impigliate sono tutte specie minacciate: tartaruga verde (Chelonia mydas), tartaruga caretta (Caretta caretta) e tartaruga olivacea (Lepidochelys olivacea).

Tra i piccoli cetacei, il 47% degli individui catturati sono delfini comuni (Delphinus capensis), seguiti da lagenorinco scuro (Lagenorhynchus obscurus) e focena spinipinne (Phocoena spinipinnis). Tutte specie abbastanza rare per cui si hanno poche informazioni. “I nostri risultati mostrano come una tecnica semplice e a basso costo possa aiutare i pescatori a mitigare l’impatto della loro attività su queste specie”, spiega Jeffrey Mangel, a capo dello studio.

Riferimenti: Biological Conservation

(Credits immagini: ProDelphinus)

Angela Iacucci

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