Salute

Un sensore indossabile per misurare l’esposizione a Sars-CoV-2

Domanda: se medici e infermieri potessero misurare la loro esposizione a Sars-CoV-2 come radiologi e tecnici fanno con la radioattività? Detto, fatto: un team di ricercatori affiliati alla American Chemical Society ha sviluppato un sensore, che si può “cucire” dentro una spilletta da applicare ai vestiti, in grado di monitorare l’esposizione al virus. Lo strumento, raccontano sulla rivista Environmental Science & Technology Letters i suoi inventori, potrà essere utilizzato, qualora fosse prodotto su larga scala e messo in commercio, da chi lavora in ambienti ad alto rischio, come per l’appunto operatori sanitari o dipendenti di ristoranti e alberghi.

A più di due anni dall’inizio della pandemia, sappiamo ormai che il virus responsabile del Covid-19 si trasmette principalmente tramite le celebri droplet, ossia le goccioline di umidità espulse da naso e bocca quando si respira, si parla, si tossisce e si starnutisce. Al momento siamo in grado di rilevare il virus usando dei dispositivi “attivi”, che campionano l’aria presente in ambienti confinati: questi dispositivi, tuttavia, sono piuttosto ingombranti e costosi, e richiedono energia elettrica per funzionare. Per questo Krystal Pollitt e colleghi, gli autori del lavoro appena pubblicato, hanno provato a sviluppare un dispositivo piccolo, leggero, poco costoso e in grado di funzionare senza energia: per farlo, hanno pensato di utilizzare una superficie di polidimetilsilossano (Pdms) in grado di “assorbire” chimicamente l’aerosol, mettendo così a punto un dispositivo portatile e soprattutto “passivo”, che hanno chiamato Fresh Air Clip.

Il team ha quindi distribuito il prototipo a 62 volontari, che lo hanno indossato continuativamente per cinque giorni. L’analisi delle superfici di Pdms ha rilevato frammenti di RNA di Sars-CoV-2 in cinque sensori: quattro erano stati indossati da persone che lavoravano in ristorante, un altro da una persona che lavorava in un rifugio per senzatetto. I ricercatori si dicono soddisfatti del risultato: sebbene Fresh Air Clip non sia ancora commercializzato, dicono, potrebbe essere un utile strumento di screening quali-quantitativo per valutare l’esposizione personale a Sars-CoV-2 e per aiutare a identificare le aree più a rischio.

Riferimenti: Environmental Science & Technology Letters
Credits immagine: Adattata da Environmental Science & Technology Letters 2022, DOI: 10.1021/acs.estlett.1c00877

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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