Ambiente

Gli squali? Funzionalmente estinti nelle barriere coralline

Il declino dei numeri degli squali presenti nelle barriere coralline dei nostri oceani è stato documentato per la prima volta in uno studio pubblicato su Nature. E non ci sono buone notizie: questi predatori sono praticamente estinti da questi habitat, ovvero sono troppo rari per poter svolgere il loro ruolo in questi ecosistemi, minacciati sopratutto dalla pesca e dall’assenza di politiche e iniziative di conservazione.

Telecamere accese nei reef

Delle 371 barriere studiate in 58 diversi paesi, gli squali erano assenti in quasi il 20% – un numero assai più elevato di quello che si aspettavano i ricercatori. I dati sono stati raccolti grazie a stazioni video sottomarine che consistono in una video camera nascosta davanti un gran numero di esche per attirare gli animali. Installate nel 2015 in 58 diversi paesi, esse hanno permesso ai ricercatori di raccogliere migliaia di ore di video nei quattro anni in cui hanno operato, all’interno del progetto Global FinPrint della Paul G. Allen Family Foundation.

Tiger shark from Global FinPrint on Vimeo.

Le aree più critiche per gli squali

Se in alcune regioni le telecamere hanno permesso di mappare una ricca presenza di squali – come le Maldive, la Polinesia Francese o le Bahamas – in altre la situazione appare particolarmente critica. Accade per esempio nelle acque al largo del Kenya, del Vietnam, o delle Antille francesi e olandesi, dove gli animali sono praticamente assenti, almeno secondo quanto documentato dalle telecamere.

(Foto: Andy Mann)

Gli scienziati sperano che i dati raccolti da questa ricerca, la prima di questo tipo a livello mondiale, aiuterà a sviluppare programmi per proteggere gli squali che rimangono, i cui numeri sono stati principalmente decimati dalla pesca eccessiva e dall’utilizzo di tecniche distruttive, come l’uso del palamito. Introdurre delle norme per regolare queste attività, come già fanno alcuni paesi, avrebbe conseguenze notevoli sul numero di squali che vivono nei nostri oceani. Certo, notano gli autori, non si tratta solo di volontà, ma anche di possibilità. Ma i casi di successo di convivenza squali e popolazione mostrano che la salvaguardia di questi predatori è possibile.

Introdurre per esempio un limite sul numero di squali che possono essere pescati potrebbe infatti aumentare i numeri del 15%, mentre proibire alcuni tipi di attrezzatura porterebbe ad un aumento del 9%. La presenza di santuari, aree in cui è vietato pescare e commerciare prodotti a base di squali, porterebbe ad un aumento del 50% dei loro numeri, come appare dai dati raccolti (qui una mappa interattiva dove è possibile osservare la presenza di santuari nel mondo).

I ricercatori stanno ora studiando in che modo la diminuzione del numero di squali potrebbe avrebbe conseguenze sull’ecosistema delle barriere coralline, già provate dall’aumento delle temperature.

Riferimenti: Nature

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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