Che fine ha fatto la Strategia Energetica Nazionale

Il futuro dell’energia sembra incerto, ma questa volta non dipende direttamente dalla nostra impronta fossile. Almeno così è in Italia, dove la Strategia Energetica Nazionale (Sen) deve ancora vedere la luce. O meglio, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe) avrebbe già varato il Piano Nazionale 2013-2020 per la decarbonizzazione dell’economia senza dare spazio alle ultime consultazioni. Ma, secondo le associazioni ambientaliste, non è chiaro se si tratti di una politica di riduzione dei consumi o di una vera e propria strategia per la gestione di gas, petrolio e fonti rinnovabili.

Greenpeace, Legambiente e Wwf puntano il dito contro il ministro Corrado Clini, che in occasione della presentazione del rapporto Ocse sulle performance ambientali Italia 2013, lo scorso 8 marzo, ha dichiarato che il Cipe aveva appena varato il Piano Nazionale 2013-2020 per la decarbonizzazione dell’economia. Dato che la delibera non è stata ancora pubblicata, è ancora poco chiaro quale sia l’esatta natura dei punti siglati in accordo dal ministero dell’Ambiente e quello dello Sviluppo Economico.

In poche parole, non è ancora chiaro se il Piano per la decarbonizzazione dell’economia coincida o faccia parte della Strategia Energetica Nazionale. La bozza di testo su cui deve essere sviluppata la Sen è stata diffusa nell’ottobre 2012 e, oltre a trattare il tema della sostenibilità e della riduzione dei consumi energetici, affronta diversi punti che riguardano il mercato dell’energia. Sempre nel 2012, era stata avviata una consultazione pubblica indetta dal Ministero per conoscere il parere di tutti gli interessati.

Dopo la chiusura della consultazione, il 30 novembre 2012, la bozza della Sen è rimasta nel cassetto, complici le dimissioni del governo Monti. Poco dopo, il 28 gennaio 2013, l’Antitrust ha pubblicato le proprie osservazioni sui provvedimenti di natura economica previsti dalla bozza. In particolare, sono finiti sotto i riflettori i capitoli che trattano di riforma della governance dell’energia, promozione di un mercato del gas competitivo, integrazione con il resto d’Europa e razionalizzazione dell’industria della raffinazione e della rete di distribuzione carburanti. Nondimeno, nei documenti dell’Agcm l’acronimo Sen è stato sciolto come Strategia Economica Nazionale. Un elemento che potrebbe causare ulteriore confusione in fase di rilettura del testo.

A prescindere dal nome definitivo che verrà imposto alla bozza della Sen diffusa nel 2012, le associazioni ambientaliste hanno criticato alcuni dei punti avanzati dai ministri Clini e Passera. Nello specifico, le Ong hanno detto che la pianificazione su un periodo di 8 anni, dal 2012 al 2020, sarebbe troppo breve per ottenere buoni risultati e migliorare il profilo energetico del Paese.

In sede di consultazione Greenpeace, Legambiente e Wwf avevano espresso i propri dubbi sui contenuti della Sen che prospettavano un incentivo allo sfruttamento delle risorse petrolifere in territorio italiano, l’ampliamento di alcune centrali alimentate a carbone, la trasformazione dell’Italia in hub sud europeo del gas e l’inadeguatezza delle politiche per le rinnovabili. Tuttavia, non è ancora chiaro cosa contenga il Piano per la decarbonizzazione approvato l’8 marzo 2013. Nel caso in cui il provvedimento non assuma competenze proprie della Sen, potrebbe trattarsi di un adeguamento alla strategia ambientale Europa 20-20-20. In ogni caso, tutti si aspettano di leggerne il testo il prima possibile.

Credits immagine: ecotist / Flickr

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