Città digitali ancora a senso unico

    L’Italia, tra tutte le nazioni europee, è quella che ha registrato negli ultimi due anni il maggiore aumento di siti sul World Wide Web. Oltre ai privati, di recente anche le amministrazioni pubbliche locali hanno mostrato interesse per le possibilità offerte da Internet e in tutto il paese sono fiorite iniziative rivolte ai cittadini come le reti civiche e le pagine degli uffici comunali.

    Nella maggior parte dei casi, però, si tratta di servizi informativi a senso unico, che non permettono agli utenti di interagire e di avviare un dialogo con chi gestisce il sito.

    Questo è il quadro emerso da un’indagine condotta dal Censis sulla diffusione nazionale delle reti civiche e dei servizi telematici destinati alle comunità locali. La ricerca è stata commissionata dalla Assinform, l’associazione delle aziende italiane di informatica e telecomunicazioni, che il 30 ottobre ha presentato i risultati pubblicati nel “Rapporto 1997 sulle città digitali in Italia”.

    Nel ‘97 gli Italiani hanno preso confidenza con la rete. Il 40% delle organizzazioni locali, pubbliche e private, è presente su Internet, anche se gran parte di questi siti non offre servizi, ma dépliant turistici e pubblicità dei prodotti tipici locali. Le amministrazioni più attive hanno creato reti civiche che forniscono al cittadino informazioni utili sulla vita del comune, come l’orario di apertura e di chiusura di uffici, biblioteche e musei, calendari di eventi culturali e a chi bisogna rivolgersi per ottenere un documento o un certificato.

    I servizi in rete hanno maggiore impatto sulla popolazione quando l’amministrazione locale mette a disposizione terminali pubblici di accesso a Internet e promuove l’ingresso dell’informatica nelle scuole. Questo è ovvio, se si pensa che solo il 2% degli Italiani oggi dispone del collegamento.

    Alcune iniziative, come quelle dei comuni di Bologna, Siena e Napoli, sono buoni esempi di organizzazione, imitati in Italia e all’estero, ma non esiste un modello unico di rete civica. Lo studio ha messo in evidenza un panorama molto eterogeneo e in continua evoluzione.

    Un aspetto interessante emerso dalla ricerca del Censis è che le stesse amministrazioni locali hanno tratto grandi benefici dalla creazione dei servizi telematici. La necessità di fornire informazioni in tempo reale agli utenti e di comunicare in modo chiaro e immediato ha imposto un rinnovamento delle strutture organizzative.

    Le nuove tecnologie, però, non possono modificare in poco tempo la mentalità di chi le usa. Così, la tendenza tra i gestori dei servizi in rete è di comportarsi come proprietari di televisioni locali. Forniscono il loro prodotto, si preoccupano degli indici di gradimento, ma non sono realmente interessati alle esigenze degli utenti e non danno la possibilità di intervenire attraverso aree di discussione pubblica.

    “Molti sono convinti che la diffusione di Internet stimolerà la partecipazione del cittadino alla vita pubblica”, ha commentato Stefano Rodotà alla presentazione del rapporto, “al contrario, se l’andamento non muterà nei prossimi anni, la rete sarà sempre più simile alla televisione, con una struttura centralizzata che fornisce informazioni e un pubblico quasi passivo che le riceve. Se fossero utilizzate in modo corretto, invece, le nuove tecnologie aiuterebbero a scomporre il processo democratico: i cittadini potrebbero esprimere necessità e proposte e il loro intervento non sarebbe limitato a dire sì o no al momento del voto. Non sfruttare al meglio queste risorse è uno spreco.”

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