Labbra di computer

    Presto il computer potrebbe essere in grado di comunicare con l’uomo leggendone il movimento delle labbra. Lo hanno annunciato alcuni esperti di fonetica e informatica dell’Istituto per la comunicazione vocale di Grenoble che hanno messo a punto la “Bocca elettronica”, un dispositivo che permette al Pc di parlare al proprio utente visualizzando una faccia in movimento. La macchina in sperimentazione si chiama Labiofon e i primi tentativi di dialogo appaiono confortanti: il software è riuscito a codificare correttamente il testo ascoltato-visualizzato e a riprodurlo con un’ottima qualità audio. La novità sta nel fatto che il computer parla muovendo la bocca. Questa iniziativa fa parte di un progetto finanziato dalla Commissione europea e su cui lavorano diversi centri di ricerca. L’intento è quello di semplificare il più possibile l’interazione tra uomo e computer.Ma in cosa consiste il Labiofon? La logica di fondo è la stessa del nostro cervello: quando il sistema uditivo non afferra il contenuto di un messaggio, perché il suono emesso dalla fonte è debole o distorto, l’uomo inconsciamente mette in azione l’apparato visivo e si aiuta osservando il movimento labiale. I ricercatori di Grenoble hanno adattato questo sistema alla macchina. In questo modo il messaggio ha molte più probabilità di giungere a destinazione senza false interpretazioni. Il funzionamento del dispositivo in sperimentazione è molto semplice. L’utente si posiziona su una sedia, accende la telecamera collegata al computer e parlare normalmente. Sul monitor appare una faccia piuttosto grossolana, ma con una bocca bene evidenziata. In pratica, le parole pronunciate dall’utente vengono riprodotte artificialmente da un sintetizzatore e contemporaneamente rivisualizzate in video.I campi di applicazione della “Bocca elettronica” sono molteplici. Si potrebbe, per esempio, allestire una conversazione via Internet rimanendo sprofondati sulla poltrona di casa. Moderatamente positivo il giudizio di Cristiano Castelfranchi, ricercatore dell’Istituto di psicologia di Roma del Cnr: “Quello del movimento labiale è un buon risultato, che si aggiunge agli studi rivolti all’umanizzazione del rapporto tra uomo e computer. Come le sperimentazioni artificiali sui gesti e sulle espressioni facciali”. Ma siamo ancora lontani da un’interazione soddisfacente con il computer? “Direi di sì”, risponde Castelfranchi, “e questo perché la ricerca ha altri obiettivi. Malgrado l’approccio alle macchine sia ancora strumentale e ludico, sono comunque convinto che le basi per dare una personalità ai computer già esistono. Quello che manca è la volontà”.Per ora l’uso del Labiofon rimane quindi limitato alla funzione di ripetitore elettronico: “Finché non saremo in grado di sviluppare macchine capaci di capire il linguaggio, in grado di avere scopi autonomi, di provare emozioni, non possiamo sperare che il nostro computer parli come Hal 9000, il calcolatore che nel film “2001, Odissea nello spazio” colpiva lo spettatore per le sue voci sintetiche”, spiega Cristina Delogu, ricercatrice presso la Fondazione Ugo Bordoni. Per il momento l’unica applicazione che la “Bocca elettronica” sembra in grado di realizzare è lo smaltimento delle decine di messaggi di posta elettronica che ogni giorno sempre più persone ricevono sul propria e-mail. La macchina di Grenoble potrebbe però essere anche adatta all’uso didattico e a rendere più armonico il rapporto tra computer e portatori di handicap.

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