Usa il pc? Favorisca la patente

    Sapete costruire un database? Come vi comportate davanti a un software di video scrittura? Navigate a vostro agio su Internet? In una domanda: come ve la cavate con il computer? Se il dubbio impera oggi c’è la “Patente europea di guida del computer”. Un certificato riconosciuto da 17 paesi che garantisce il livello delle vostre competenze informatiche. Basta pagare una quota, superare sette esami, uno teorico e sei pratici, e la patente sarà vostra. Si tratta di un documento che attesta una volta per tutte, con tanto di votazione finale, le capacità individuali di adeguarsi all’impetuoso evolvere delle tecnologie informatiche. L’iniziativa è rivolta soprattutto ai giovani, ma la patente europea del Pc è consigliata a tutti.

    In Italia l’idea è stata accolta con scetticismo, a molti ha anche fatto sorridere. Ma il progetto può contare su gruppi di lavoro di alto livello. L’European Computer Driving Licence, questo il nome ufficiale della patente, è infatti nata per iniziativa del Cepis, Council of European Professional Informatics Societies, l’ente che riunisce le Associazioni europee di informatica. L’Italia è rappresentata dall’Aica, l’Associazione italiana per l’informatica e il calcolo automatico: 1600 iscritti e 200 soci, tra cui università e prestigiosi centri di ricerca che dal 1961 operano senza scopo di lucro per diffondere “la disciplina informatica in tutti i suoi aspetti scientifici, applicativi, economici e sociali”.

    La supervisione dell’Aica fornisce un marchio di qualità sull’organizzazione nazionale dell’iniziativa, nata in Finlandia nel 1995. Ce lo conferma Enrico Bocci, presidente dell’Alsi, l’Associazione nazionale laureati in scienze dell’informazione e informatica, di Firenze: “Il fatto che sia l’Aica a selezionare i centri accreditati che effettuano gli esami e rilasciano i certificati è un dato confortante. Significa che anche nel nostro paese l’iniziativa è stata raccolta con estrema serietà. Il pericolo che questa forma innovativa di certificazione possa essere dirottata verso interessi commerciali dovrebbe essere scongiurato. Io comunque non me la sento di dire che in Italia il progetto possa avere la stessa valenza che sta riscuotendo nei paesi scandinavi”.

    In effetti nel nord Europa la patente europea del Pc ha riscosso molti consensi: la sola Svezia dal giugno del ‘96 a oggi ha già rilasciato più di 40 mila certificati. Un risultato strabiliante, su cui si è discusso durante l’ultima edizione dello Smau di Milano. L’incontro, cui hanno aderito i rappresentanti delle maggiori associazioni informatiche italiane, è servito per mettere in chiaro gli obiettivi del progetto nel nostro Paese. Tutti sono stati concordi nell’ammettere che il primo fine dell’iniziativa rimane quello di arrivare a produrre un documento standard sulle competenze informatiche da spendere nel mondo del lavoro.

    La patente europea del Pc si tradurrebbe quindi in un biglietto da visita, riconosciuto e accettato, per chiunque voglia trovare o migliorare il proprio impiego in Europa. Ma per questo occorre prima di tutto che l’iniziativa venga accolta da chi si occupa di selezione e formazione del personale. Proprio per favorire questa penetrazione, gli esami da superare sono relativamente semplici e simili in tutti i paesi della Ue. “Questa forma di certificazione”, tiene a precisare Bocci, “può tornare utile a chiunque voglia operare nel mondo dell’office. La semplificazione delle prove è giustificata dal fatto che la patente serve non certo agli addetti ai lavori, ma alle persone che noi definiamo gli utenti finali. Un motivo in più per vigilare affinché tutto proceda per il meglio e soprattutto non si creino aspettative illusorie da parte di chi acquisisce il certificato. Sarebbe un beffa se la patente andasse a loro scapito”.

    Ma quali sono le tappe per entrare in possesso della patente di guida del Pc? Il candidato deve acquistare da un qualsiasi centro accreditato la Skills Card, una tessera che contiene i dati anagrafici del titolare, il numero di serie registrato dall’Aica e su cui verranno registrati gli esami superati. Costo: 240 mila lire. Gli argomenti e le operazioni dei test si leggono in un documento, consegnato solo a chi acquista la tessera.

    Il candidato non è obbligato a sostenere tutti gli esami nella la stessa sede: può scaglionarli nell’arco di tre anni e presentarsi in un qualsiasi centro informatico accredito dai paesi aderenti all’iniziativa. In Italia l’Aica ne ha autorizzati già 30, in ben 23 città. Chi vuole svolgere i test riceve un foglio e un dischetto (vuoto o con dei file da elaborare). Il tempo concesso per ogni esame è di 45 minuti. Allo scadere della prova, il candidato deve salvare tutti i file sul dischetto e consegnarli all’esaminatore, assieme alle prove di stampa. E per chi viene bocciato? Niente paura, c’è anche la possibilità di ripetere l’esame.

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