WWF: cresce il mercato globale del bracconaggio

Un corno di rinoceronte può arrivare a costare fino a 500.000 euro quindi non è difficile capire perché pochi giorni fa, all’Aeroporto di Francoforte, è stato arrestato un giovane che stava contrattando con due clienti la vendita di altrettanti corni. Il fattaccio di Francoforte non fa altro che confermare come l’Europa sia al centro del commercio illegale di parti di animali, un fenomeno in costante aumento che è stato analizzato dettagliatamente in “crimini di natura”, il dossier che il Wwf ha redatto nel settembre di quest’anno. Il business che ruota attorno alla vendita illegale di parti di animali e dei loro sottoprodotti ha raggiunto negli ultimi anni dimensioni spaventose e genera un giro d’affari di 23 miliardi di euro. Tartarughe, balene, scimpanzé, gorilla, orsi, tigri, elefanti ma anche pangolini, pappagalli, uccelli del paradiso e tanti altri animali sono merce venduta letteralmente “a peso d’oro”.

Rinoceronti. L’emblema di questo mercato è il rinoceronte, il cui corno è arrivato a valere 66.000 euro al chilo, più dell’oro e del platino. È un affare decisamente appetitoso dal punto di vista economico e se ne sono accorti in molti, le uccisioni di rinoceronti negli ultimi dieci anni sono infatti in aumento costante ed esponenziale. Nel 2013 i rinoceronti uccisi sono stati 1.004, praticamente 3 al giorno, mentre appena pochi anni fa, nel 2008, il numero di abbattimenti era di “solo” 83 individui.
La maggior parte delle uccisioni si verificano in Zimbabwe e Sud Africa, dove sono stati abbattuti 538 rinoceronti da Gennaio a Luglio 2014. Il corno di rinoceronte è molto richiesto nei paesi asiatici, dove viene utilizzato a scopo “medico” o come oggetto ornamentale diventato purtroppo ormai status symbol.

Elefanti. Sempre dall’Asia arriva la domanda per un altro prodotto del bracconaggio: l’avorio delle zanne di elefante, che sul mercato nero di Pechino costa circa 3.000 euro al chilo. Un singolo elefante può arrivare a valere 30.000 euro ed è per questo che esistono veri e propri gruppi armati molto ben equipaggiati che sterminano interi branchi di elefanti. Vengono uccisi 70 elefanti africani al giorno, quindi tra i 22.000 e i 25.000 ogni anno e questi numeri diventano ancora più preoccupanti se si considera che la popolazione mondiale stimata è di circa 600.000 (meno della metà rispetto al 1979). Il tasso di mortalità ha raggiunto il 7,2%, questo dato confrontato con il tasso di natalità della specie, che è del 5%, sottolinea che vengono uccisi più elefanti di quanti ne nascano.

Tigri. La tigre è un altro animale letteralmente perseguitato, le sue parti vendono vendute per ricavarne rimedi curativi, trofei, pelli, vestiti. Dal 1900 ad oggi la popolazione mondiale è diminuita del 95%, con l’estinzione di 3 sottospecie e oggi la popolazione mondiale è ridotta a solo 3.200 esemplari. Tra il 2000 e il 2012 sono state uccise 1.400 tigri, quasi la metà dell’attuale popolazione.

Una rete globale. L’aumento negli ultimi anni delle dimensioni di questi crimini dipendono da diversi fattori tra cui l’aumento della domanda di certi prodotti, le nuove tecnologie per la caccia, l’aumento delle situazioni di conflitto e di instabilità, la grande diffusione di armi e lo scarso rischio di sanzioni e punizioni. Inoltre la globalizzazione e la diffusione di internet hanno permesso di formare reti commerciali internazionali: basta digitare su Google “corni di ri…” per capire quanto sia strategico il ruolo del web.

I crimini contro la natura non solo distruggono la biodiversità ma alimentano anche guerre e terrorismo. Nel dossier del WWF è pubblicata una mappa dettagliata che mostra come i vari gruppi armati di tutto il mondo finanziano le loro operazioni col “traffico illegale di natura”. Si scopre così che Al Quaeda si finanzia con traffico di legname e avorio, i Separatisti del Kashmir guadagnano uccidendo e vendendo leopardi delle nevi, tigri, rinoceronti, elefanti e antilopi tibetane. Un risvolto che aumenta, come se ce ne fosse bisogno, la gravità dei reati contro la natura. Le forze impiegate per combattere i bracconieri non sono più sufficienti di fronte a un business globale che coinvolge interessi economici e non solo. Il 3 ottobre è partita la campagna di sensibilizzazione del Wwf: “crimini di natura, da che parte stai?” e per l’occasione è stata allestita, nel centro di Milano, una finta scena del crimine con la riproduzione di un rinoceronte ucciso e privato del corno.

Riferimenti: http://criminidinatura.wwf.it/

Credits immagine: via Pixabay

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