Un tempo erano i Tacs, la prima generazione (1G, per l’appunto) di telefoni portatili, voluminosi e pesanti. Oggi, quasi trent’anni dopo, siamo quasi arrivati alla quinta. Che si chiama, poco sorprendentemente, 5G, e promette di stravolgere completamente il panorama delle telecomunicazioni. È già da tempo che diverse équipe di scienziati in tutto il mondo se ne stanno occupando: l’ultimo lavoro, in ordine di tempo, è quello appena pubblicato sui Proceedings of the Ieee da una squadra della Tuft University, che ha messo a punto un algoritmo che sfrutta i protocolli del 5G per localizzare e tracciare oggetti e dispositivi con velocità ed efficienza di gran lunga superiore rispetto alle possibilità attuali. Tanto che, a detta degli autori, consentirà di passare dall’Internet of Things contemporanea a un’Internet of Many Things. Un mondo iperconnesso, dove oltre 50 miliardi di oggetti (smartphone, computer, sensori e chi più ne ha più ne metta) saranno in rete e potranno comunicare l’uno con l’altro.
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