Affari in provetta

La prima quotazione in borsa di una azienda produttrice di biotecnologie risale al 1976. Da allora, nel giro di poco più di vent’anni, le biotecnologie sono diventate un business mondiale: circa 175 mila posti di lavoro altamente retribuiti, più di 3000 le imprese impegnate nel settore – di cui 1800 negli Stati Uniti, 900 in Europa (210 in Italia), 450 in Giappone.

Dagli inizi degli anni ‘90 il mercato agricolo è stato preso d’assalto da multinazionali grandi e potenti come Monsanto e Novartis, nata dalla fusione tra Sandoz e Ciba-Geigy. Il giro di affari legato alla nascita di questi colossi è enorme: si calcola che solo nel 1997, negli Stati Uniti le fusioni tra le aziende abbiano visto transazioni per circa 919 miliardi di dollari. A discapito delle aziende più piccole. E’ così che negli ultimi nove mesi del 1998 le azioni delle grandi compagnie sono salite del 38%, e ancora del 7% nei primi mesi del 1999, mentre quelle delle piccole imprese (con un valore di mercato inferiore ai 200 milioni di dollari) sono scese del 12%, dopo un calo del 39% dell’anno precedente.

Anche in Italia il fatturato delle industrie biotech è in crescita esponenziale, essendo passato dai circa 250 miliardi di lire del 1989 ai circa 1130 del 1994. Per il Duemila, gli esperti prevedono un fatturato di 4000 miliardi di lire, per arrivare a 10.000 miliardi nel 2005.

Il settore più sviluppato è quello della cura della salute, che coinvolge circa 80 imprese. Il suo fatturato è pari al 70% di quello complessivo, ovvero circa 830 miliardi di lire. Al secondo posto segue la produzione biotecnologica applicata all’ambiente, con una ventina di imprese coinvolte e un fatturato di circa 110 miliardi annui. Al terzo posto il settore agroalimentare, con 95 miliardi di lire.

Nel mondo, il reddito derivato dalle coltivazioni transgeniche è aumentato di circa 20 volte dal 1995 al 1998, passando da 75 milioni a 1,5 miliardi di dollari. Secondo gli esperti, il mercato globale dei semi transgenici raggiungerà i 6,6 miliardi di dollari nel 2005.

Lavorare con i geni
La nascita di nuove imprese biotecnologiche non richiede sempre grandi investimenti iniziali. A volte basta un’idea innovativa, che spesso può nascere dalla ricerca universitaria di base e acquisire altissimo valore di mercato.

Le biotecnologie possono inoltre creare nuove occasioni di lavoro, perché sono utilizzate soprattutto nella creazione di nuovi prodotti e non di processi produttivi che riducono il lavoro necessario, e dunque l’occupazione.

Admin

Articoli recenti

Una modifica al paradosso di Schrödinger per conciliare quantistica e relatività

Un gruppo di fisici dell’Università di Trieste (e di altri istituti) ha proposto una sorta…

16 ore fa

Il talco può aumentare il rischio di tumore?

Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…

5 giorni fa

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

1 settimana fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

2 settimane fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

2 settimane fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più