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Ai maschi non serve il robot chirurgo

SISTEMI RIVOLUZIONARI come il famoso Da Vinci, che immergono il chirurgo in un ambiente tridimensionale, e permettono di operare con altissima precisione pilotando sonde robotiche mini invasive. Si tratta dei robot chirurgici, dispositivi diffusi ormai da diversi anni soprattutto in campo urologico: gli interventi al rene, alla prostata e alla vescica rappresentano infatti il 40-45 percento delle operazioni robotizzate eseguite oggi negli ospedali italiani. Per quanto innovativi, avvertono però gli esperti, non guariscono ogni male. Tanto più che i risultati stentano ad arrivare: diversi studi, di cui il più recente pubblicato a giugno sulla prestigiosa rivista Lancet, indicano infatti che l’efficacia dei robot è ancora paragonabile a quella della chirurgia tradizionale.

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Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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