Le biotecnologie, intese come capacità di sfruttare le caratteristiche degli organismi viventi per produrre sostanze utili, derivano dal miglioramento e dall’ampliamento di tecniche che risalgono a migliaia di anni fa.
Già nell’ottavo millennio avanti Cristo, infatti, gli uomini e le donne del Neolitico avevano imparato a conservare le sementi migliori per le coltivazioni dell’anno successivo. Avevano anche imparato ad addomesticare gli animali e a modificarne le caratteristiche attraverso gli incroci e la graduale selezione dei caratteri desiderati. E sfruttavano, senza saperlo, le proprietà di alcuni microrganismi – come i batteri – per la fermentazione di cibi e bevande. Per questo possiamo dire che le biotecnologie comprendono molti processi tradizionali, come quelli per la fabbricazione della birra, del vino, dei formaggi e del pane.
In tutti questi settori si è continuato, per secoli e secoli, a sfruttare empiricamente le proprietà dei microrganismi.
Ma è solo nel corso del XX secolo che la natura di questi processi ha cominciato ad essere studiata con metodi e strumenti scientificamente rigorosi.
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