Salute

L'anticoncezionale maschile è ispirato da un cocktail, ma non si beve

Stanche di assumere la pillola e sostenere da sole tutto il peso della contraccezione? Oggi la prospettiva di un anticoncezionale maschile si avvicina. Uno studio cinese, infatti, apre le porte alla ricerca su un contraccettivo per lui di nuova concezione. Gli autori della Nanchang University, in Cina, si sono ispirati alla fluidodinamica, in particolare al movimento degli strati di liquido di un cocktail, il Galaxy, per bloccare lo sperma a livello dei dotti deferenti. La ricerca, condotta solo sui ratti per ora, è stata pubblicata su Acs Nano, la rivista dell’American Chemical Society.

Alla ricerca del “pillolo”

La possibilità di un anticoncezionale maschile, diverso dal preservativo, è un tema su cui si lavora da decenni. Attualmente, la contraccezione per l’uomo si basa sull’uso del preservativo o sulla vasectomia, che è quasi sempre un’operazione permanente e l’ipotesi di un pillolo, cioè di una pillola analoga a quella femminile, è rincorsa da anni, ma non si è concretizzata ancora in un prodotto finito.

L’approccio tradizionale si fonda sulla somministrazione di ormoni, in particolare testosterone e progestinico. Tuttavia questo trattamento è considerato invasivo per i diversi effetti collaterali associati. Negli ultimi anni sono stati e messi a punto alcuni prototipi basati su composti diversi (non per forza ormoni) e meglio tollerati. In particolare, fra i più recenti quello realizzato da un team della Università di Washington a Seattle, ancora in fase di sviluppo. Questo pillolo potrebbe bloccare i dotti deferenti dell’uomo, i canali che spingono in avanti lo sperma dai testicoli all’uretra. L’effetto è lo stesso di una vasectomia, ma è temporaneo e del tutto reversibile, oltre a essere ottenuto con una pillola e non con un intervento chirurgico.

Il nuovo anticoncezionale maschile

Un’altra possibile soluzione per bloccare i dotti deferenti in modo reversibile e temporaneo (dalle 2 alle 20 settimane) è quella che arriva oggi dal team della Nanchang University. L’idea alla base del nuovo contraccettivo è del tutto nuova: i ricercatori si sono ispirati infatti ai movimenti dei liquidi di un cocktail come il Galaxy, costituito da fluidi di diversa densità e colore, stratificati uno sopra all’altro. Se la bevanda viene agitata o riscaldata il cocktail si miscela e diventa uniforme e monocolore, come nell’immagine seguente.

Crediti immagine: Xiaolei Wang

Ispirati dal Galaxy, i ricercatori hanno usato un approccio simile per realizzare l’anticoncezionale maschile. In pratica, hanno utilizzato (nei ratti) un fluido che si stratifica nei dotti deferenti e li blocca, impedendo la fuoruscita dello sperma. Quando il composto viene scaldato, però, il fluido si mischia e si dissolve e l’azione anticoncezionale termina. Più nel dettaglio gli scienziati hanno iniettato quattro composti in sequenza nei ratti, che si sono distribuiti in quattro strati intorno ai dotti deferenti, proprio come avviene nel cocktail.  Il primo ingrediente è un idrogel che forma una barriera fisica per bloccare lo sperma. Il secondo è costituito da nanoparticelle d’oro, che riescono a riscaldare il fluido al momento opportuno. Il terzo è l’acido Edta (acido etilendiamminotetraacetico), con una doppia funzione: rompere l’idrogel e uccidere gli spermatozoi. L’ultimo è un altro strato di nanoparticelle d’oro.

I risultati

La scelta di questi materiali e la loro stratificazione ha permesso di bloccare fisicamente i dotti deferenti dei ratti, inibendo contemporaneamente, a livello chimico, la motilità dello sperma. Nei fatti il contraccettivo ispirato al Galaxy pare funzionare: non si è osservata nessuna gravidanza per più di due mesi quando i maschi trattati venivano messi insieme alle femmine. Quando poi i ricercatori hanno messo gli animali sotto una lampada a infrarossi per pochi minuti, il contraccettivo si dissolveva e l’effetto anticoncezionale terminava.

Secondo gli scienziati il risultato è promettente, anche se sono necessari altri studi per approfondire la ricerca e verificare la sicurezza dei materiali. Questo approccio, inoltre, può fornire una strategia utile e valida, concludono gli autori, anche per altre ricerche di ingegneria biomedica.

Riferimenti: Acs Nano

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

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