Categorie: Salute

Cancro, una molecola ci avvisa

E’ ancora in fase di sperimentazione ma i risultati raggiunti finora lasciano ben sperare. Si tratta di un nuovo test che predice, e con un bell’anticipo, il rischio di ammalarsi di cancro della prostata, la forma di tumore più diffusa tra gli uomini non fumatori. Il test Igf-1 – così si chiama il nuovo esame di laboratorio – potrebbe essere utilizzato per diagnosticare precocemente tumori ancora molto piccoli tra gli uomini ad alto rischio.

L’esame diagnostico, che è stato messo a punto dai ricercatori della Harvard Medical School di Boston e della McGill University di Montréal, si basa sull’individuazione del livelli ematici di una proteina, la cosiddetta Insuline-like growth factor (Igf-1). La Igf-1 è un fattore di crescita che stimola la proliferazione delle cellule prostatiche e, stando ai risultati della ricerca pubblicati sull’ultimo numero di Science, questa molecola sarebbe anche un indicatore precoce del cancro della prostata. Proprio come il colesterolo lo è per le malattie cardiocircolatorie.

Michael Pollak, oncologo della McGill University, e i suoi colleghi di Harvard hanno scovato la “molecola-spia” analizzando campioni di sangue prelevati nel 1982 a un gruppo di 15.000 uomini. Dieci anni più tardi, a 520 di questi venne diagnosticato il cancro della prostata. Analizzando i dati relativi a 152 uomini di quest’ultimo gruppo, gli scienziati hanno osservato che oltre la metà di loro, nonostante avessero livelli elevati di Igf-1, all’epoca del prelievo non aveva un tumore in atto ma lo sviluppò in seguito, circa sette anni più tardi. Questo dato indica, secondo gli autori del lavoro, che l’Igf-1 è una sorta di campanello d’allarme che suona già prima che la malattia si sviluppi.

Per diagnosticare con anticipo il tumore della prostata esiste già un test, il Psa (Prostatic specific antigen). Tuttavia, questo esame può essere utilizzato solo per diagnosticare tumori già in atto. Inoltre, il rapporto costo-efficacia di uno screening di massa dell’antigene prostatico specifico è particolarmente svantaggioso. La combinazione dei due test potrebbe consentire un miglioramento nella diagnosi precoce di questa malattia.

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