Durante la gravidanza, il corpo della donna è soggetto a numerose trasformazioni. Non solo quelle che si vedono, come la pancia che cresce, ma anche altre non visibili, come quelle che avvengono nel cervello, con una riduzione della materia grigia della corteccia e a livello di connessioni neuronali. Si riteneva che questi cambiamenti fossero funzionali all’accudimento del neonato. Tuttavia, uno studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience ha rilevato che subito dopo il parto questi cambiamenti si attenuano, e la rapidità con cui il cervello della neomamma recupera varia a seconda che il parto sia stato naturale o cesareo. Come si spiega tutto questo?
Il cervello umano ha la capacità di modificare la propria struttura, le sue connessioni e di adattarsi agli stimoli a cui è sottoposto, non meno a quello della maternità. Nel 2016, un articolo pubblicato dalla stessa rivista aveva rivelato come il cervello delle donne nel periodo della gestazione (da 2 mesi prima del parto) vada incontro a grandi modifiche neuroplastiche. In particolare, il risultato mostrava un rimpicciolimento della materia grigia (tessuto ricco di neuroni) di una parte della corteccia cerebrale. Ma cosa comporta questo cambiamento e quanto e come è reversibile?
A queste domanda ha risposto il nuovo studio con le immagini della risonanza magnetica ottenute da 110 donne primipare durante la fine della gravidanza, comparate a quelle di 34 donne nullipare valutate in momenti simili. Gli scienziati hanno confermato una diminuzione del volume corticale nel cervello delle donnea fine gravidanza. Specialmente a livello del network neuronale coinvolto nello stadio di riposo cosciente (default mode network), usato per esempio quando si è svegli ma non concentrati sul mondo che ci circonda, come in un sogno ad occhi aperti.
Le stesse donne sono state valutate tramite risonanza magnetica durante il periodo subito antecedente al parto (ultime 2 settimane) e all’inizio del postparto (primo mese). “Le diminuzioni corticali si sono quasi completamente attenuate nella prima sessione post partum” spiegano gli scienziati, “mostrando un aumento del volume corticale in questa fase. Come se il cervello recuperasse il volume perso e i cambiamenti subiti”.
L’altro dato sorprendente di questo studio è che le donne che hanno fatto ricorso al parto cesareo hanno un aumento e un ripristino del volume corticale molto più veloce delle donne che partoriscono naturalmente.
Sembra quindi che la riduzione del volume corticale e la creazione di nuovi network neuronali siano necessari anche per il processo stesso del parto, aiutando la donna durante il travaglio, le contrazioni uterine e la fase espulsiva. Nel caso del parto cesareo, queste fasi non avvengono, quindi i nuovi network neuronali vengono più velocemente sostituiti con quelli precedenti.
“Questi risultati sottolineano la necessita di indagare ulteriormente gli eventi neurali del parto”, concludono i ricercatori, “e non implicano che il taglio cesareo programmato sia dannoso per la neuroplasticità materna”.
Fonte: Nature Neuroscience
Foto di Tulia Colombia Torres Hurtado da Pixabay
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