Per i vaccini spendiamo meno che per la gastrite

La spesa per tutti i vaccini insieme non raggiunge un terzo della spesa per un solo medicinale contro l’acidità di stomaco. È quanto emerge dall’ultimo rapporto OsMed dell’Aifa, che ogni anno elenca il dettaglio spese del sistema sanitario nazionale. Una notizia destinata a stupire, specialmente fra chi sospetta che dietro alle campagne vaccinali si nascondano pesanti interessi da parte delle compagnie farmaceutiche. Non è invece stupito Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, che poco più di un mese fa ha fatto notare come la Germania spenda per i vaccini 20 volte più di noi, e che l’Italia dovrebbe senz’altro dedicarvi più risorse.

Sono 11 i vaccini pediatrici somministrati in Italia: quattro obbligatori (poliomielite, difterite, tetano ed epatite B) e nove raccomandati (pertosse ed Haemophilus influenzae B, somministrate insieme ai quattro vaccini obbligatori nella cosiddetta vaccinazione “esavalente”; morbillo, parotite e rosolia, componenti della vaccinazione “trivalente”; pneumococco, meningococco C, papillomavirus e influenza). Il piano vaccinale 2016-2018 propone inoltre la raccomandazione dei vaccini per la varicella, il meningococco B e il rotavirus. A questi si aggiungono i vaccini per chi viaggia, come quello contro il tifo e la febbre gialla. Stando ai dati divulgati, l’intera offerta vaccinale ci costa circa 300 milioni di euro all’anno. Una cifra elevata, che però è pari a meno di un terzo di quanto spendiamo in un anno per i soli inibitori di pompa protonica, un comune farmaco da banco per la gastrite.

* La voce “altri vaccini” comprende: bactolisato, klebsprotina+ribosomal, vaccino colerico, vaccino coli bacillare, vaccino della febbre gialla vivo, vaccino difterico, tetanico e pertossico acellulare biotecnologico, vaccino difterico e tetanico adsorbito, vaccino difterico pertossico poliomelitico e tetanico, vaccino difterico pertossico poliomelitico tetanico e haemophilus, vaccino difterico poliomelitico e tetanico, vaccino difterico tetanico e pertossico acellulare, vaccino encefalite da zecca purificato e inattivato (ceppo neudoerlf), vaccino encefalite giapponese, vaccino epatitico a, vaccino epatitico a+vaccino epatitico b (DNA R), vaccino meningite cerebrospinale a c, vaccine meningococcico polisaccaridico, vaccino epatitico b (DNA R), vaccino erpeticoII, vaccino haemophilus influenzae b coniugato al tossoide tetanico, vaccino meningococcico, vaccino meningococcico gruppo c coniugato con tossoide difterico, vaccino meningococcico gruppo c coniugato con tossoide tetanico, vaccino morbilloso parotitico rubeolico, vaccino morbilloso parotitico rubeolico varicella, vaccino pneumocatarrale, vaccino poliomielitico inattivato per uso parenterale, vaccino rabbico per uso umano da colture cellulari, vaccino rotavirus, vaccino tetanico adsorbito, vaccino tifoideo polisaccaridico, vaccino tifoideo vivo per uso orale, vaccino varicelloso vivo.

Non solo: se lo Stato depennasse la voce dei vaccini dalla nota spese non risparmierebbe affatto, anzi. Uno studio presentato nel nuovo piano vaccinale ha calcolato che l’introduzione in Italia del vaccino contro il morbillo nel 1979 ha permesso di risparmiare in trent’anni quasi 2 milioni di casi di malattia e circa 8 milioni e mezzo di euro all’anno, contro 1,75-2 milioni all’anno necessari per la vaccinazione. Niente male, considerato che l’epidemia italiana di morbillo del 2002-2003, dovuta al calo delle coperture vaccinali, ha colpito 20 mila persone e ci è costata da sola 22 milioni di euro. Inoltre, secondo uno studio americano del 2014 ogni dollaro investito in vaccinazioni ne fa riguadagnare 3 al Ssn in maniera diretta, e 10 indirettamente alla società.

(qui il grafico interattivo)

Un guadagno più per noi che per le multinazionali del farmaco, che sembrerebbe guadagnino di più in gastroprotettori (oltre che in farmaci per curare le malattie che i vaccini prevengono). Un beneficio soggetto però ad ampie differenze regionali, sia in termini di disponibilità che di gratuità dei vaccini raccomandati, che causano inevitabilmente diseguaglianze e sprechi. E le proteste di alcune associazioni di pediatri, che chiedono a gran voce la creazione di un servizio vaccinale unico a livello nazionale.

Lavoro svolto in collaborazione con Dataninja per il Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

Credits immagine: James Gathany, Judy Schmidt, USCDCP/Public Domain

 

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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