La fenilpropanolammina cloridrato (Ppa),un composto presente in comuni farmaci impiegati contro l’influenza e per controllare il peso corporeo, è stato messo sotto accusa dalla Food and Drug Administration (Fda). L’ente statunitense ha aperto un’inchiesta per accertare se la sostanza può essere responsabile di infarti o emorragie al cervello nelle persone sotto i 50 anni. A sollevare il problema è stata una ricerca dell’Università di Yale, secondo cui ogni anno negli Stati Uniti dai 200 ai 500 infarti sarebbero causati proprio da questo composto. I primi segnali preoccupanti si erano avuti nel 1980, quando alcuni giornali scientifici citarono diversi casi di giovani donne colpite da improvvisi infarti nei giorni in cui assumevano degli inibitori dell’appetito. Gli studi avviati in seguito hanno confermato la correlazione tra il rischio di infarto e il Ppa. I produttori del farmaco sostengono però che la preoccupazione è esagerata, in quanto non esisterebbero prove della relazione fra il composto e il rischio di infarto. Ma l’Fda, pur ammettendo che si tratta di un rischio minimo, difende il diritto dei consumatori di scegliere se utilizzare tali medicinali. (r.p.)
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