L’Unione Europea, si sa, punta per il futuro soprattutto all’unificazione monetaria, vincolando i paesi membri a un presente di tagli di bilancio e di sacrifici per i cittadini. Una significativa eccezione sono i progetti per l’educazione e la formazione professionale. “Science across Europe” è uno di questi progetti, e ha come obiettivo la diffusione del sapere scientifico, l’aggiornamento degli insegnanti e la sperimentazione di nuove metodologie didattiche.
Collegato all’attività europea “Comenius”, “Science across Europe” mette in contatto docenti di tutti i paesi comunitari fornendo loro delle “unità didattiche” da affrontare con gli studenti. La maggior parte degli argomenti riguarda l’approccio scientifico all’ecologia. Ragazzi italiani possono così confrontare i dati raccolti sull’inquinamento idrico o dell’aria con quelli dei loro colleghi tedeschi o danesi, oppure affrontare il tema dell’energia o quello dei rifiuti.
L’aspetto più originale e stimolante è l’uso di Internet previsto per questo tipo di lavoro. Tutto inizia con un incontro “faccia a faccia” (al cui finanziamento provvedono i fondi “Comenius”) fra i docenti nel paese europeo di volta in volta prescelto. Nell’incontro che si è tenuto in gennaio a Birmingham (Gran Bretagna) erano presenti insegnanti di dieci paesi (il prossimo è previsto in Portogallo). Una volta studiato il progetto e scelti gli argomenti, i docenti possono iniziare a lavorare dalle scuole di appartenenza utilizzando la rete telematica. E’ infatti possibile accedre al sito Internet di “Science across Europe” per essere inseriti o consultare la banca dati, si possono prelevare i materiali delle unità didattiche, e scambiare informazioni in tempo reale con le altre classi.
Si tratta, da questo punto di vista, di un esempio concreto di uso di Internet nella didattica, argomento sul quale Galileo ha aperto un “Forum” di discussione e dibattito.L’unico elemento che desta non poche perplessità è la pesante e onnipresente sponsorizzazione dell’attività da parte della British Petroleum. Ben vengano i contributi dei privati all’ educazione, ma da parte della Bp sarebbe auspicabile un po’ più di stile.
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