Non c’è riscontro scientifico dell’efficacia della melatonina, l’ormone che contribuisce a regolare i ritmi sonno-veglia, per superare il disturbo da jet lag. A mettere in discussione i benefici della sostanza utilizzata da piloti e viaggiatori è uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Alberta (Canada) e riportato dal British Medical Journal. La ricerca ha indagato l’effetto dei medicinali a base di melatonina, normalmente prodotta dalla ghiandola pineale nel cervello, in 500 persone con problemi legati al sonno e causati da sostanze, condizioni psicologiche, ritmi di vita incostanti, come pesanti turni di lavoro o fusi orari. I risultati indicano che non c’è un impatto significativo dei farmaci né nell’aumentare la quantità di sonno, né nel diminuire la fase immediatamente precedente. I ricercatori sollevano anche la preoccupazione che un uso prolungato possa essere rischioso per la salute. Lo studio contraddice, secondo altri ricercatori, l’efficacia documentata da altri lavori per il trattamento dei disturbi legati ai cambi di fuso orario. (t.m.)
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