Negli ultimi anni è tornata di moda una malattia antica, che un tempo fu dei papi e dei re: la gotta. Complice l’avanzamento dell’età media, questa patologia è la più frequente malattia articolare dopo l’artrosi, e sembra essere in continuo aumento, correlata anche con l’ipertensione e l’obesità. Secondo le ultime stime, infatti, interesserebbe il 3,9 per cento della popolazione mondiale, e cioè circa 8,3 milioni di persone, di cui un milione solo in Italia. I conti, però, sarebbero per difetto, dal momento che la malattia è poco conosciuta e riconosciuta, se non nelle fasi avanzate.
Per diffondere le informazioni sulla malattia, e imparare a prevenirla, novembre è stato eletto mese della gotta. L’iniziativa, promossa dalla Società Italiana di Reumatologia (Sir) e dalla Società Italiana di Medicina Generale (Simg), prevede un check up in tempo reale, gratuito, in 8 piazze e in 20 centri commerciali delle grandi città, dove saranno presenti delle strutture itineranti (tutte le informazioni si trovano su www.lagotta.it).
Il controllo prevede un questionario di sei domande sull’alimentazione, la misurazione della pressione e un test istantaneo per valutare i livelli di uricemia. La prima fase, asintomatica, è infatti caratterizzata da un accumulo di acido urico nel sangue che, con il passare del tempo, può depositarsi a livello delle articolazioni sotto forma di cristalli di urato; se non trattata, la gotta può anche compromettere i reni.
Il check up rivelerà se rischio di gotta è nella norma; in caso contrario, sarà possibile ricevere consigli personalizzati, per modificare anche lo stile di vita e, in particolare, la dieta.
Credit per l’immagine: Wikipedia, Molecola di acido urico
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