La mano robotica che vede gli oggetti

Come potenziare una mano (robotica)? Regalandole la vista, come hanno fatto la Shadow Robot e il King’s College di Londra che hanno realizzato una mano robotica in grado di vedere in tre dimensioni. Il progetto è stato finanziato dal UK Technology Strategy Board ed è stato presentato all’Automatica 2014, la mostra di robotica che si è tenuta a Monaco di Baviera la scorsa settimana.

Dexterous Hand, questo è il nome della mano robotica realizzata dalla Shadow Robot, è dotata di una telecamera Kinect, capace di rilevare la profondità degli oggetti e il loro movimento. Le immagini vengono direttamente elaborate da un software che analizza la forma di qualsiasi oggetto in avvicinamento, crea un modello 3D sul computer e calcola la disposizione delle quattro dita e del pollice per avere una presa salda. Come l’oggetto si avvicinava alla mano, indipendentemente da quanto sia fragile o resistente (una lampadina, un frutto, un contenitore di metallo o una copia di un giornale), il software riconosce non solo la sua forma ma stima anche la sua posizione e rappresenta il suo modo di vedere l’oggetto con una grande freccia 3D sullo schermo del computer.

“Una volta che ha visto un oggetto e ha modificato il suo orientamento, la mano robotica stabilisce il miglior modo per afferrarlo”, ha spiegato Gavin Cassidy, il responsabile del progetto per la Shadow Robot. “Anche mentre tiene l’oggetto il robot controlla continuamente la stabilità della presa grazie ai suoi sensori tattili”. Ciò significa che se gli viene dato un piccolo pezzo di frutta, il sistema intuisce che basta usare due dita e un pollice per tenerlo, mentre un oggetto più grande viene afferrato con tutte le dita in una stretta avvolgente. Una volta che un oggetto è stato identificato dal sistema viene memorizzato in un archivio per accelerare il suo riconoscimento la volta successiva.

Per fare i primi test è stata utilizzata una telecamera ad alta risoluzione ma esterna alla mano. L’obiettivo della Shadow Robot è quello di costruire una telecamera delle dimensioni di un microchip da posizionare invece all’interno. Anche se non tutti sembrano d’accordo. Come Tony Belpaeme, ricercatore alla Plymouth University in Gran Bretagna, secondo cui “sistemi simili che utilizzano una telecamera di profondità a una distanza troppo piccola non hanno un quadro completo dell’oggetto target. Mettere la telecamera sul palmo della mano potrebbe essere giusto per le parti che si possono vedere, ma sbagliato per il ‘lato oscuro’ dell’oggetto”.

Via: NewScientist

Credits immagine: Shadow Robot Company

Simona Pascucci

Una mente quadrata in un animo tondo

Nata "quadrata" e determinata, sempre alla ricerca di risposte ai suoi perché, si è laureata in Astrofisica, ma la sua sensibilità "tonda" e flessibile l’ha spinta verso il disegno, la musica, la fotografia. Così ha sempre alternato lavori in materie tecnico-scientifiche a numerosi hobby prettamente artistici. Ama viaggiare, vivere in ambienti multiculturali e lavorare in team. Ora cerca di fondere tutte le sue passioni nel giornalismo scientifico multimediale per trovare la sua "quadratura del cerchio".

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  • Il massimo sarebbe mettere una telecamera su ogni polpastrello delle dita della mano,oltre che ai sensori tattili.
    Tutto il resto dovrebbe essere solo una questione di potenza del programma.

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