Un gruppo di ricercatori del Geo Eco Arc Research e della Tulane University (Luisiana, Usa) ha decifrato alcune iscrizioni incise su un sigillo e su alcuni frammenti di pietra ignea rinvenuti tra il 1997 e il 1998 vicino a La Venta, nel Golfo del Messico. Le iscrizioni, datate 650 a.C., risalgono all’epoca degli Olmechi, una civiltà precedente ai Maya. Secondo Mary E.D. Pohl e colleghi, che hanno pubblicato i risultati del loro studio su Science di questa settimana, gli artefatti, anteriori di 350 ai più antichi reperti fino a questo momento ritrovati, metterebbero in discussione le ipotesi sull’origine della scrittura nelle popolazioni mesoamericane. Il ritrovamento di La Venta contraddice la teoria secondo la quale i Maya sarebbero stati i primi a utilizzare la scrittura nel territorio mesoamericano. Le iscrizioni di La Venta recano traccia dell’impiego di “calendario sacro” di 260 giorni, in uso poi presso i Maya e altre popolazioni dell’Istmo centroamericano e della regione di Oaxaca vissute tra il 400 a.C. e il 200 d.C.. Le scritture e il calendario di queste popolazioni deriverebbero dunque, secondo Pohl, da un “antenato comune”, identificabile proprio nella popolazione degli Olmechi. Negli scritti olmechi emergono elementi grafici correlati sia al calendario, sia alla nozione di potere sovrano. “Ciò ha senso,” commenta Pohl, “perché gli Olmechi furono la prima popolazione mesoamericana a darsi una struttura politica di tipo statale, e la scrittura è il mondo di comunicare il potere.” (f.n.)