Salute

E’ in corso un’epidemia di miopia. Perché?

A me gli occhi, please. Stando a uno studio appena pubblicato su Plos ONE da parte di un’équipe di scienziati della University College of London e della Ulverscroft Foundation, in Inghilterra, sarebbe in atto una vera e propria “epidemia” di miopia, in particolar modo tra gli adulti nati verso la fine degli anni Sessanta. Principali responsabili, secondo gli autori del lavoro, sarebbero il tempo passato davanti agli schermi di smartphone, tablet e computer, che hanno notoriamente effetti negativi sulla salute degli occhi, e una serie di fattori genetici.

“Quella che abbiamo osservato”, spiegano gli scienziati, “è una sorta di ‘epidemia’ di miopia, che dovrebbe cominciare a preoccupare i sistemi sanitari a livello mondiale. In particolare, abbiamo registrato una maggiore prevalenza del disturbo, uno spostamento nella sua distribuzione per età, nel senso che tende a insorgere più presto, e una maggiore gravità”. Per condurre lo studio, gli autori hanno attinto a Biobank, un grande database sanitario britannico, e hanno analizzato la prevalenza della miopia in varie classi d’età: mentre il 12,7% delle persone nate tra il 1939 e il 1944 ha sviluppato la miopia durante l’infanzia, e il 7,4% di loro più tardi, le percentuali salivano rispettivamente al 15,6% e al 13,6% per le persone nate tra il 1965 e il 1970.

Complessivamente, la proporzione delle persone con miopia è aumentata di quasi dieci punti percentuali (dal 20% al 29,2%) comparando la coorte delle persone più anziane con quella delle persone più giovane; inoltre, la percentuale più alta in assoluto, il 30,9%, è stata registrata per i nati tra il 1955 e il 1959. Le ragioni proposte dai ricercatori sono diverse: più tempo passato davanti agli schermi, come anticipato, ma anche fattori genetici, cambiamenti nell’alimentazione durante l’infanzia e cambiamenti nei metodi di insegnamento (per esempio più compiti da fare a casa e meno tempo trascorso all’aperto). Un’altra causa potrebbe essere riconducibile al maggior livello di istruzione, dato che continuare gli studi oltre i 18 anni implica più tempo passato a leggere, studiare e lavorare al computer; già diversi studi precedenti, d’altronde, avevano suggerito l’esistenza di una correlazione tra livello di istruzione e rischio di insorgenza di miopia.

C’è una buona notizia: il fatto che i dati mostrino una specie di plateau per i nati tra il 1955 e il 1970 suggerisce che la tendenza potrebbe essere stabilizzata o addirittura invertita. Per farlo, tuttavia, è necessario condurre ulteriori indagini per capire qual è il contributo relativo di ciascuno dei fattori identificati, e in particolare come i fattori genetici, che probabilmente giocano un ruolo fondamentale nell’insorgenza del disturbo in età infantile, differiscono da quelli ambientali, che invece sono legati alla miopia in età adulta.

Credits immagine: Josh Calabrese on Unsplash
Riferimenti: Plos ONE

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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