Salute

Naloxone, lo spray salvavita dall’overdose approvato in Europa

Rapido, sicuro, salvavita: il nuovo spray nasale al naloxone prodotto alla Norwegian University of Science and Technology per curare l’overdose da oppioidi è stato recentemente approvato in 12 paesi europei. I kit di pronto soccorso a base di naloxone – un antagonista degli oppioidi – esistono da decenni: chi fa uso di queste sostanze dovrebbe sempre portarli con sé, ma anche i familiari e gli amici e chiunque potrebbe essere testimone di un’overdose. In questi casi, infatti, ogni secondo è prezioso: nell’attesa di personale medico specializzato, un intervento tempestivo può salvare la vita. I ricercatori coordinati dal farmacologo Ola Dale hanno realizzato un nuovo spray che ha la stessa efficacia del naloxone iniettato nel muscolo, ossia il trattamento standard nei casi di overdose da oppioidi. Il prodotto realizzato da Dale e colleghi ha un dosaggio minore di altri spray approvati, e quindi meno effetti collaterali. I dettagli sono pubblicati su Addiction.  

Era il 2009 quando il gruppo di ricerca ha iniziato a lavorare al progetto, quando ancora i dati sull’efficacia e la sicurezza del naloxone spray erano pochi e incompleti. Quasi 12 anni dopo, il sogno è diventato realtà, con l’ingresso sul mercato dello spray Ventizolve. Un traguardo raggiunto grazie alla collaborazione con l’Università di Bangkok – che non si è interrotta neanche quando un’alluvione ha colpito il paese dilatando i tempi di produzione del farmaco. E grazie anche a un partner industriale, Dne Pharma, che ha creduto nel progetto e nel suo potenziale commerciale.

Oppioidi e overdose

Gli oppioidi sono una classe di farmaci analgesici  strutturalmente simili alla morfina – tra cui codeina, ossicodone, metadone, fentanyl –  che aiutano a ridurre o controllare il dolore cronico. Hanno anche importanti effetti collaterali: rallentano il respiro e il transito intestinale, causando depressione respiratoria e stipsi, e producono un forte senso di euforia. È proprio questa caratteristica che ha reso così popolare il loro consumo – e abuso – a scopo ricreativo, in particolare dell’eroina. Ma le conseguenze di un sovradosaggio, se non curate in tempo, possono essere mortali. Il paziente in overdose, infatti, può smettere di respirare entro 1-3 ore dall’assunzione del farmaco e rischia la morte o comunque danni cerebrali causati dall’ipossia. Sono migliaia le persone che ogni anno muoiono in Europa a causa dell’overdose da oppioidi.

Naloxone, un farmaco salvavita

Il naloxone è un farmaco di origine sintetica brevettato nel 1961. È un antidoto salvavita contro l’overdose, poiché risolve, almeno temporaneamente, la crisi respiratoria causata dagli oppioidi. Il naloxone, in pratica, è un farmaco antagonista, che prende il posto degli oppioidi nel sistema nervoso centrale e periferico legandosi agli stessi recettori, ma contrastandone gli effetti. La sua azione è rapidissima: bastano pochi minuti – generalmente 1-3 se somministrato per endovena e fino a 5 per l’intramuscolo – per invertire gli effetti della depressione respiratoria ed evitare il decesso.

Il naloxone è regolarmente distribuito nelle farmacie sotto forma di kit approvati per il pronto soccorso nei casi di intossicazione da oppioidi. Dovrebbe essere sempre a disposizione di chi fa abitualmente uso di queste sostanze e soprattutto di amici e parenti, che potrebbero trovarsi nella condizione di dover soccorrere un loro caro. Questi kit, nel tempo, sono diventati sempre più semplici da usare, proprio perché destinati a un pubblico di non medici durante una situazione di emergenza. Il loro effetto è solo temporaneo, ma permette di guadagnare minuti preziosi per chiamare l’assistenza medica e trasferire il paziente in ospedale. Esiste ad esempio una versione auto iniettabile con una siringa pre-caricata che inserisce automaticamente l’ago sotto la cute o nel muscolo, inietta la dose necessaria di farmaco e poi ritrae l’ago, mentre una voce registrata guida l’intera procedura.

L’era del naloxone spray

Benché la via parenterale (iniettabile) sia quella a effetto più rapido, esiste anche un versione di naloxone in forma di spray nasale, ancora più facile da somministrare. Fino a pochi anni fa, tuttavia, gli unici spray erano dispositivi artigianali “fai-da-te”, di dubbia efficacia. L’operatore comprava una fiala di farmaco liquido– esattamente come quello iniettabile – e lo nebulizzava al momento dell’uso per mezzo di un atomizzatore, acquistato separatamente e simile ai moderni vaporizzatori delle sigarette elettroniche. Solo nel 2015, l’FDA (Food and Drug Administration) ha approvato il primo naloxone spray già pre-imballato e formulato direttamente per la somministrazione intranasale.

Ventizolve, lo spray realizzato dai ricercatori dell’università norvegese, arriva quindi esattamente 5 anni dopo. Nello studio pubblicato l’anno scorso su Addiction, i ricercatori avevano dimostrato che la somministrazione intranasale di 1,4 mg di naloxone era equivalente, come distribuzione sistemica, a quella di 0,8 mg di naloxone iniettato intramuscolo, ossia il trattamento standard nei casi di overdose.

Nessuna crisi di astinenza

Ma il vero punto di forza di Ventizolve è la dose: 1,4 mg contro i 4 mg degli altri spray approvati.  “Siamo arrivati a una dose che è efficace nella stragrande maggioranza dei casi di overdose – afferma Dale –senza che i pazienti debbano sperimentare i sintomi delle crisi di astinenza”. A dosi elevate, infatti, il farmaco può causare sintomi da astinenza, come: febbre, sudorazioni, dolori muscolari, debolezza, irrequietezza o irritabilità, poiché si sostituisce agli oppioidi nel sistema nervoso del paziente.

Ventizolve, insomma, unisce i vantaggi di uno spray – facilità e rapidità di somministrazione – a un dosaggio che è solo di poco superiore a quello delle più comuni formulazioni iniettabili e impiega lo stesso tempo per raggiungere il picco massimo di concentrazione plasmatica.  I ricercatori sperano che il prodotto finale, due spray al naloxone e una custodia, soddisferà le esigenze dei potenziali acquirenti, che cominceranno finalmente a portarlo sempre con sé per usarlo in caso di emergenza.

“Speriamo anche che lo spray ottenga la massima distribuzione in tutta la società” – afferma Ida Tylleskär, coautore dello studio – “L’idea è di rendere lo spray più accessibile dandolo alle persone che corrono il maggior rischio di essere testimoni di un’overdose, come utenti, familiari, assistenti sociali, guardie di sicurezza e polizia”.


Riferimenti: Addiction

Credits immagine di copertina: freestocks on Unsplash

Erika Salvatori

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