La tecnica che portò alla nascita della prima pecora clonata è stata brevettata. Ne hanno l’esclusiva per 17 anni i tecnici della Geron bio-med, che la utilizzeranno a livello industriale. Il procedimento, chiamato “nuclear transfer technology”, messo a punto nel 1996 dagli scienziati Ian Wilmut e Keith Campbell del Roslin institute di Edinburgo verrà sfruttato soprattutto per la produzione di tessuti umani da usare nei trapianti. “Utile, innovativo, originale, lecito” recita il diritto riferendosi a ciò che può essere brevettato. E anche la pecora Dolly, come tutte le “invenzioni” che si rispettino risponde a questi requisiti. Ma su un simile tipo di brevetto le critiche non si sono fatte attendere: si teme soprattutto la concentrazione della rivoluzionaria tecnica nelle mani di una sola organizzazione e il rischio che ciò possa rallentare lo sviluppo di nuove terapie. “La storia degli ultimi cento anni – ribatte Simon Best, uno dei dirigenti della Geron bio-med – ha ampiamente dimostrato che il consolidamento di una tecnologia brevettata è il maggior stimolo all’innovazione attraverso altre tecnologie”. Per ora il brevetto ha valore solo nel Regno Unito, ma già nei prossimi mesi sarà registrato negli Stati Uniti. Unica eccezione all’esclusiva è la possibilità concessa al Ppl Therapeutics, un centro collegato al Roslin Institute, di utilizzare la stessa tecnologia per clonare quegli animali il cui latte contiene proteine umane. (f.u.)
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