Categorie: Salute

Pelle, la biodiversità dei nostri microbi

La pelle ospita una quantità di microrganismi paragonabile a quella presente nel nostro intestino. L’inaspettata rivelazione arriva da uno studio coordinato dal National Human Genome Research Institute di Bethesda (Maryland, Stati Uniti) e pubblicato sulla rivista Science. Ciò che ha veramente sorpreso i ricercatori non è stato tanto il numero di batteri rilevati, quanto le aree della pelle a “maggiore biodiversità”.

Il test sui volontari: una settimana senza lavarsi

Gli studiosi, guidati da  Elizabeth Grice e Julia Segre, hanno reclutato dieci volontari invitandoli a utilizzare per una settimana soltanto un detergente delicato e a non lavarsi affatto l’ottavo giorno. Dopo questo tempo diverse aree della loro pelle, tra cui avambraccio, ascelle, fronte, mento, orecchie, narici, ombelico, inguine e piante dei piedi, sono state tamponate e strofinate per raccogliere i microrganismi ospiti.

Dai tamponi sono state estratte 112mila sequenze di Rna grazie alle quali i ricercatori sono riusciti a classificare circa mille specie batteri, la maggior parte dei quali presente su quasi tutti i volontari. Inoltre, per valutare i cambiamenti nel tempo, da cinque dei dieci partecipanti sono stati prelevati altri campioni per i successivi sei mesi.

Più biodiversità sulle braccia e dietro le orecchie

Secondo i risultati, naso e schiena sono i siti che presentano meno variabilità da individuo a individuo. Il maggior numero di specie diverse di batteri è stato riscontrato sull’avambraccio (44 specie) e dietro alle orecchie (15); mentre le aree considerate solitamente sede privilegiata, come le zone grasse del volto, erano tra le meno popolate. Le differenze di numero e specie tra persone dipendono invece da moltissime variabili e non sono ancora completamente chiare.

Questo studio si inserisce all’interno del più ampio progetto “Microbioma Umano”, lanciato recentemente e che punta a scoprire quali comunità microbiche esistono nelle diverse parti del corpo umano e come si modificano in caso di malattia. (f.v.)

Riferimenti: Science DOI: 10.1126/science.1171700

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