Categorie: Salute

PillCam, la colonscopia si fa con la pillola

Il solo nominarla mette in soggezione: tra gli esami medici la colonscopia è certamente tra le procedure che più impressiona e impaurisce il paziente. Oggi però le alternative all’esame invasivo sembrano più vicine. La Food and Drugs Administration, l’ente statunitense che tra l’altro autorizza la commercializzazione dei farmaci, ha infatti appena approvato PillCam, una tipologia di capsule per endoscopie monouso sviluppata dall’israelina Given Imaging, che si ingerisce come una  pillola ma che, dotata di due telecamere, al tempo stesso permette di acquisire immagini dell’intestino navigandovi attraverso.

PillCam, pensata per individuare polipi o altri segni di tumori ai loro stadi iniziali, è in realtà un po’ po’ più grande di una pillola, ma i suoi sviluppatori assicurano che si tratti di un dispositivo minimamente invasivo. Le due telecamere si trovano una a ciascuna estremità e sono in grado di acquisire immagini ad alta velocità che sono prima inviate a un dispositivo indossato dal paziente in prossimità della vita e quindi rese disponibili per essere analizzate dal medico. L’esame in sé dura diverse ore, circa otto, durante le quali la capsula rimane attiva grazie alla batteria incorporata.

Al momento PillCam non è però ancora un’alternativa alle colonscopie (dal momento che, come ricorda Mashable, le immagini acquisite non sono ancora di qualità così elevata), quanto piuttosto un’opzione per eseguire l’esame endoscopico in pazienti che non possano sottoporsi alla procedura tradizionale, che sia per interventi chirurgici o per diverticolite. Oppure, come ricorda Slate, i medici potrebbero ricorrere all’uso di PillCam nei casi in cui pazienti si rifiutino categoricamente di sottoporsi alla colonscopia, permettendo al personale specializzato di acquisire comunque dei dati clinici.

Il costo del dispositivo è inoltre vantaggioso rispetto a una colonscopia: circa 500 dollari contro i 4000 dell’esame classico.

Via: Wired.it

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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